lunedì 28 settembre 2009

Sulla fretta ed altre cose

Se io avessi programmato una favolosa vacanza nella gelida tundra norvegese (secondo i miei standard, sì, sarebbe favolosa) e mancassero ormai pochi giorni alla partenza non starei più nella pelle, sarei tutto un fremito. Se una grossa pizza abbondantemente guarnita stesse cuocendo lentamente nel mio forno ed io avessi fame, starei accovacciato davanti al forno tenendola d'occhio attraverso il vetro impaziente di affondare i denti nell'impasto rovente, con la bava a stento controllata all'interno delle labbra. Se stessi leggendo un libro lungo e complesso dalla trama ben costruita e stessi giungendo alle battute finali, sarei impaziente di sapere il finale e leggerei, leggerei, leggerei, finchè tutte le singole lettere stampate saranno state immagazzinate e finchè la storia non sarà arrivata al suo termine andando a posizionare anche l'ultimo tassello del puzzle creatosi nella mia mente. Tutto questo per dire cosa? Semplice: credenti di tutto il mondo, perchè se il vostro paradiso di infinita bellezza e beatitudine esiste siete tanto attaccati a questa vita mediocre da voler mantenere tutti allo stato vegetativo per interi decenni?

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