venerdì 18 settembre 2009

Riformasticato

Ricominciano le scuole e ci sono ancora le proteste per la riforma della Gelmini. Perchè non è mai contenta, la Gelmini, deve fare la riforma della riforma (che sostanzialmente è uguale alla riforma normale con uno zero in meno alla fine della cifra che rappresenta i fondi). Che poi il problema non è neanche solo suo, c'era Fioroni prima di lei come c'era la Moratti ancora prima. Ogni volta che un nuovo governo viene eletto la prima cosa che fanno è mettere mano alla pubblica istruzione, spostano, cambiano, cancellano, tagliano, incollano. Tutti, nessuno si risparmia. Chi è così fortunato da avere abbastanza tempo si fa addirittura due o tre riforme durante una legislatura, tanto per non perdere l'allenamento. Il risultato è che sono cinque o sei anni che, tanto per dirne una, non c'è un'annata che fa la maturità in modo analogo a quella precedente od a quella successiva. Cambiano il peso degli esami, la gestione dei punteggi, la gestione delle commissioni e delle condizioni per poter sostenere l'esame stesso, ogni anno. Una volta avere la maturità aveva un significato preciso: hai concluso la scuola X con un voto di Y e quindi sai fare Z. Ora, con un sistema così mutevole, il diploma dice semplicemente che scuola hai fatto ma non dice con quale sistema di punteggi hai preso quel voto o con che tipo di commissione. Ogni annata ha un diploma di valore diverso perchè valutato su parametri unici e differenti da qualcunque altra annata e quindi inutile per un raffronto ad ampio spettro. In sostanza quel pezzo di carta, che già varrebbe comunque poco in se, con questi continue "riforme" non ha più valore oggettivo quindi la sua utilità è nulla. A meno che non siate collezionisti di prestampati.

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