domenica 3 febbraio 2008

Peccato, ho beccato i tuoi peccati.

Sembra che il Papa non possa fare a meno di lanciare qua e la una cagata, ogni tanto. Almeno quello di prima non ce la faceva a parlare e le diceva a bassa voce, così non si sentivano. Questo invece ha pure l'accento tedesco che mette in risalto ogni parola di suoi discorsi. Qualche tempo fa se ne è uscito con una cosa del tipo che "la scienza non è criterio del bene". L'ho trovato sull'Ansa, tanto per dire. Ora, siccome spero di essere un futuro scienziato, o almeno laureato in laurea scientifica, mi sento chiamato in causa. Visto che il Papa stuzzica la scienza, ora la scienza (rappresentata da me) stuzzicherà il Papa. Quando il Santo Padre leggerà questo post, se vorrà potrà tranquillamente lasciarmi un commento.

Parliamo dei sette peccati capitali. Ricordiamoli un momento, visto che ogni volta che li dobbiamo elencare alla fine ne manca sempre uno: Gola, Ira, Accidia, Lussuria, Superbia, Avarizia ed Invidia. Vediamo come si comporta il Papa in relazione a questi.

Gola:

Allora, leggendo libri di storia e vedendo immagini in giro ho sempre avuto la stessa immagine del Papa, ovvero un vecchio bonaccione vestito in modo bizzarro che ama salutare. E con una bella pancia. Certamente una pancia così non si mette su da sola, lo so per esperienza. E, una volta per tutta, no, le ossa grosse non esistono. Quindi, a mio avviso, il Papa ci da giù coi manicaretti. O, vista la sua origine, con wurstel e crauti.


Avarizia:

L'abito non fa il monaco ma il Papa forse si. Va in giro con un vestito (nel vestito sono compresi anelli e ammennicoli vari, fanno parte della divisa) che da solo basterebbe a sanare il buco dell'economia italiana. Senza parlare poi delle proprietà della Chiesa che anche solo una piccola parte, se ben investita, potrebbe risollevare le sorti del continente africano. Ma no, meglio tenersi gli anelli, cosa ce ne facciamo di quelli. Sono dei negri, per giunta.

Giù le mani, scroccone!

Invidia:

Giovanni Paolo II fu un Papa particolarmente amato anche grazie alla pena suscitata nel prossimo, visto come si era ridotto negli ultimi anni. Questo dev'essere uno scoglio da superare non da poco per Ratzinger, è come andare interrogato dopo il secchione di turno o cercare di fare sesso con la propria ragazza dopo aver visto un film porno. E' inutile, per quanto ci si possa sforzare non regge il confronto. Probabilmente a Benedetto XVI rode di brutto ma riesce a non darlo a vedere. Non più di tanto. Ma la sua invidia era addirittura precedente, già da tanto si preparava a sostituire il caro Giovanni Paolo II. Della serie "quando sarò Papa io, te la faro vedere". Grazie al cazzo. L'altro è morto.


Superbia:

La superbia è il peccato di coloro che si credono superiori agli altri in tutto per tutto e che fanno pesare la propria posizione ai sottoposti. Dunque, prendiamo in considerazione il Papa. E' il capo della Chiesa. Si considera infallibile. Le uniche volte che passa in mezzo alla folla lo fa su un piedistallo mobile, dentro una gabbia di vetro. Può sembrare una similitudine alle spogliarelliste negli strip club ma effettivamente la papamobile non è altro che quello. Ah, non dimentichiamo che sta su un palcoscenico altissimo tutto agghindato davanti ad una folla immensa. E pretende che tutti seguano ciò che dice. Il verdetto è: colpevole.


Lussuria:

L'essere umano è un animale. L'animale come essere vivente ha alcune caratteristiche imprescindibili: nasce e muore sicuramente. Ha bisogno di nutrirsi ed espellere scorie. Ed ha necessità di riprodursi. Ora, volete farmi credere che questo caro vecchietto non ha mai preso in mano il suo gingillo per tutta la sua (lunga) vita? A reprimere certi istinti accadono cose spiacevoli, basta solo pensare a quanti preti sono stati beccati con le mani nei pantaloni dei ragazzini. Quindi il Papa deve avere qualche tipo di sfogo. Magari a settant'anni suonati no, ma prima sicuramente si. E' scientificamente provato che ammazzarsi di pippe non rende ciechi. Ma nulla è stato detto circa l'apparizione di occhiaie. Le immagini si commentano da sole.


Bene, cinque su sette. Non è una buona cosa. In fondo lui dovrebbe essere l'emissario di Dio, colui che fa da tramite tra il vecchio supremo lassù e la gente comune. Vediamo cos'ha da dire a sua discolpa.

Injo: Eminenza!
Papa: Salve a te, Injo.
Injo: Ho condotto una ricerca ed ho scoperto che lei è colpevole di ben cinque peccati capitali. Le va di parlarne?
Papa: Veramente stavo facendo la pennichella...
Injo: A quest'ora?
Papa: Si.
Injo: Aggiungiamo l'accidia allora. Siamo a sei su sette.
Papa: E con questo?
Injo: Non vuole parlarne?
Papa: Non mi interessano le tue sciocche baggianate ragazzo.
Injo: Ma come, sei peccati capitali su sette! Dovrebbe dare qualche spiegazione al popolo che la ascolta ogni domenica.
Papa (gridando): Io non devo alcuna spiegazione a nessuno, ragazzo!
Injo: Si è per caso adirato?
Papa: Certo, mi fai perdere le staffe!
Injo: Ira. E siamo a sette.
Papa: Ho vinto qualcosa?
Injo: La redenzione.

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