sabato 31 ottobre 2009

Cercate di capirmi

Per certi versi posso anche capirlo. Viviamo in un mondo dove le parole cambiano continuamente il loro significato. Viviamo in un paese dove la verità assoluta è data dai talk show di Barbara D'Urso. Viviamo in una società che non abitua più a pensare. Viviamo in una cultura dettata da Facebook dove i messaggi devono essere lunghi al massimo otto parole con dodici smile. Certo, lo capisco. Ma non riesco a capire come certa gente non arrivi a percepire quando in una frase, in un discorso, c'è qualcosa di più di quello che semplicemente viene scritto o viene detto. Il tono ed il contesto influenzano tantissimo il significato di un messaggio.

George: Ho picchiato il mio gatto.
Injo: Sei uno stronzo.

George: Ho ballato YMCA al funerale di sua mamma.
Injo: Sei uno stronzo...

George: Ho tirato una torta alla mia ragazza.
Injo: Sei uno stronzo, ahahah!

George: Sei una checca. (occhiolino)
Injo: Sei uno stronzo. (occhiolino)

George: Galleggio bene oggi, in piscina.
Injo: Sei uno stronzo.

Visto? Contesto. Tono. Significato. Venendo al nocciolo della questione, ci sono persone che commentano questo blog con accidia senza riuscire a comprendere che, sì, c'è del sarcasmo e dell'ironia dietro e, ancora sì, vi sto prendendo per il culo. Non commentate questo blog, ve lo chiedo per piacere. E se proprio non potete farne a meno, almeno non scrivete stronzate. Nessun essere umano di media intelligenza può davvero credere che queste siano vere contestazioni, eppure c'è chi ha scritto un trattato per dimostrare che mi sbaglio. Oppure non c'è nessun essere umano di istruzione media che può davvero pensare che queste siano davvero motivi a supporto della teoria, eppure c'è gente che commenta credendolo. Evidentemente sopravvaluto l'intelligenza media e la cultura media. Oppure queste persone che commentano sopravvalutano la loro stessa intelligenza o cultura credendo che tutti gli altri siano imbecilli e lasciandosi quindi andare a certi commenti. Comunque ho trovato il rimedio contro questo genere di problemi. Dalla prossima volta, ogni post dal tono ironico lo concluderò con un :)

venerdì 30 ottobre 2009

Gonfio di lacrime

Sto cucinando, con la testa in altre vie. Il sibilo del fornello, il ribollire dell'acqua. E d'improvviso sento il bruciore agli occhi, il gonfiore. E dietro le lacrime. Lacrime provocate dalla solitudine della casa fredda e vuota, dal plumbeo dell'autunno oltre la finestra, dal profumo di cemento umido che si solleva dalle case, l'odore della terra bagnata. Le dita intorpidite dal freddo.

O forse vengono dalla nostalgia di ciò che fu e mai più sarà. Ho incontrato un conoscente uscito improvvisamente dai meandri del mio passato. Non aveva più un volto, ormai, eppure mi è apparso davanti, e si è chiacchierato del più e del meno prima di salutarsi. Frequenta spesso questi luoghi ed ora cerco invano oltre la finestra sperando di incontrarlo nuovamente e parlare di cose futili. Ma non c'è nessuno, fuori nel vento. Ora piove.

O forse vengono dal timore del presente e del futuro, incontrollabili. Gli impegni che si rincorrono, le scadenze che si avvicinano inesorabili e l'incapacità di reagire. Oggi è l'ultimo giorno di pausa che mi prendo, da domani inizio a lavorare metodicamente. E l'ultimo giorno di pausa me lo godo appieno. Ogni volta.

O forse vengono dalla consapevolezza della volatilità delle cose. Questo pranzo che sta cuocendo lentamente avvolto dal vapore, la penombra che ingrigisce e raffredda. I rapporti, le persone, i legami. Preziosi e resistenti come diamanti, ma altrettanto fragili. Non posso abituarmi a niente perchè sono troppo proiettato in avanti, già ne vedo la fine, e allora non ne vale la pena. Alla fine le cose finiscono, o mutano. Fuori non piove più.

O forse vengono da tutte queste cose insieme, una miscela di pensieri ed emozioni troppo forti e travolgenti per poter essere ingoiata in un sol sorso senza conseguenze, un amaro boccone.

O forse è solo che sto tagliando questa fottuta cipolla.

giovedì 29 ottobre 2009

Fahrenheit 2009

Avevo pensato di scrivere qualcosa su certi indici di degrado culturale in Italia, ma poi mi sono detto no, non c'è bisogno, il degrato c'è ed è palese. Ma poi mi sono detto no, chissenefrega porcogiuda, nel mio blog scrivo quello che mi pare. Mi piace discutere con me stesso. Mi arricchisce, a prescindere da chi dei due abbia ragione. Comunque. Un indice del degrado: i testi universitari. I migliori libri dei vari argomenti non vengono più pubblicati in italiano perchè, diavolo, sono di dieci anni fa. Capirai quant'è cambiata la Teoria dei Numeri di base negli ultimi dieci anni. Davenport, Aritmetica Superiore: disponibile in inglese, francese, russo, indiano e non più in italiano da una ventina d'anni. Rudin, Analisi Reale e Complessa: disponibile in inglese, francese, tedesco, spagnolo, arabo, cinese, finlandese, giapponese, indonesiano, indiano, malese, olandese, russo e non più in italiano da qualche anno. Cartan, Théorie élémentaire des fonctions analytiques d' une ou plusieurs variables complexes: disponibile in inglese, francese, tedesco, cinese, giapponese, arabo, russo, turco e mai pubblicato in Italia. Questi sono dei volumi fondamentali nei loro campi, i migliori a livello internazionale, ed in Italia non c'è nessuno che voglia più pubblicarli. Però esistono ventimilioni di copie di Amore 14. In ogni libreria. O di Uomini che odiano le donne e relativi seguiti. L'ho comprato pensando di trovare un po' di sana misoginia mentre invece è un libretto (e una saghetta) dove l'unico modo che ha l'autore per far sembrare intelligente il suo personaggio è fargli risolvere il Teorema di Fermat. Con una soluzione originale. Una bestemmia ed una boiata. Beh, dai fa riflettere. Magari si potrebbe pensare di far scrivere un trattato d'Analisi a Moccia, almeno sarebbe facile procurarselo.

I + U = 3m. Sopra il cielo.

mercoledì 28 ottobre 2009

La verità in tasca

In questi giorni piove. E la chiavetta della 3 è letterlamente morta, ancora. Per la pioggia. Avere sempre ragione non è così bello come sembra.

martedì 27 ottobre 2009

Sei motivazioni a supporto del riscaldamento globale

Motivo 1: Il freddo provoca i tornadi, le bufere, le alluvioni, le inondazioni, l'influenza, il raffreddore, la caccamolle e la broncopolmonite. Siamo così sicuri che sia proprio necessario, questo freddo?
Motivo 2: L'acqua ha la spiacevole abitudine di gonfiarsi quando si ghiaccia, infatti galleggia. Ovvero il volume occupato dall'acqua è minore del volume occupato dalla stessa quantità di ghiaccio. Quindi se il surriscaldamento sciogliesse i poli non ci si dovrebbe sicuramente preoccupare della salita del livello degli oceani, al massimo il questo scenderebbe rivelando nuove terre da colonizzare.
Motivo 3: Prima siete tutti a frignare per la dipendenza da combustibile poi quando finalmente la temperatura si alza, cosa che potrebbe liberarci dalla dipendenza del gas per il riscaldamento, tutti a lamentarsi del caldo. Oh, insomma, ma si può sapere cosa volete? A chi piace il freddo? Gli inverni saranno caldi e le estati bollenti, ma chissenefrega, per le estati c'è l'aria condizionata. E finalmente diremo addio al maglione di lana che pizzica tutto.
Motivo 4: Perchè mai l'effetto serra dovrebbe essere limitato? Sono secoli che le persone costruiscono le serre per coltivarci la frutta ed ora che potremmo avere la frutta coltivata ovunque tutti a lamentarsi. No, dico io, aumentiamolo il più possibile, pensate che dolcezza il sapore del cocomero unito al panettone di Natale.
Motivo 5: Senza contare che una cortina di gas più densa ci proteggerebbe meglio dalla caduta di meteoriti che andrebbero in mille pezzi più facilmente.
Motivo 6: Uno col nome che sembra uscito da un film horror degli anni '70 non può e non deve avere ragione.

lunedì 26 ottobre 2009

Gente comune

Stasera riparte il Grande Fratello. Era ora. E questa volta sarà una edizione speciale, lunghissima, comprendente Natale e Capodanno, con tantissimi concorrenti. Già sta gente fa il trenino tutto il giorno poco dopo essersi svegliati (alle 15:00), m'immagino cosa faranno all'ultimo dell'anno. Forse ci scappa il morto, sarebbe uno scoop non male. Si vocifera qualcosa anche sui possibili concorrenti: un abruzzese ed un trans. Che casualità fortuita! Proprio dopo il terremoto in Abruzzo e proprio durante il ritorno in auge dell'omofobia sui media. Pazzesco com'è strana la vita, cose così non succedono neanche a farlo apposta. Imprevedibile davvero. Lancio una previsione: secondo me ci saranno anche un extracomunitario, Batman ed una ragazza giovane dalle grosse tette.

domenica 25 ottobre 2009

Fortunello


Ancora non ho ben capito se sono stato sorteggiato a caso dal Generatore Casuale o se sono il 999.999esimo visitatore. Comunque non mi interessa, sono ricco gente! Vado a sedermi in poltrona aspettando che mi venga recapitata la mia auto.

sabato 24 ottobre 2009

Rinchiuse

Su internet ci sono talmente tante ragazze date al porno professionale di ogni livello o che fanno le sgualdrine amatoriali ad ogni livello che spesso penso debbano essere la maggior parte. Ma perchè allora non se ne vedono mai in giro?

venerdì 23 ottobre 2009

Tana libera tutti

Per quale diamine di motivo un reato dovrebbe cadere in prescrizione. Ok, va bene, capisco che può sembrare insensato condannare uno che ha rubato una mela venticinque anni fa, ma su altri tipi di reati la prescrizione è assurda. Basta pensare ai reati imputati a Berlusconi. Che sia innocente o meno, fatto sta che frodi di quel tipo sono soggette a prescrizione. O Andreotti, anche con lui è tutto caduto in prescrizione, e sembra ci fosse la mafia in mezzo ai suoi campi d'imputazione. La prescrizione in questi casi è veramente una scemenza. Come dire, se riesci a farla franca per tot tempo allora ti sei guadagnato il diritto di restare impunito. Bravo. A star sotto tocca a me.

giovedì 22 ottobre 2009

Il mio cambiamento, perchè non è avvenuto e come potrebbe avvenire

Le affermazioni spietatamente ciniche e le conclusioni freddamente razionali che escono da questi miei pensieri mi appartengono sempre, ogni giorno. Non scrivo mai qualcosa che non penso, perchè dovrei? È vero però che pure io sono umano, talvolta, quindi non sempre ciò che può essere formalizzato su queste pagine poi si riflette in maniera così fedele sulla realtà e sul mio modo d'essere. Come le mie critiche su sesso, amore e sentimentalismi vari. Diamine, presi a freddo sfido chiunque a trovare falle nei miei ragionamenti. Sono pura logica. Ma è evidente che io non sono un computer, non funziono ad operatori booleani quindi la mie affermazioni non si traspongono sempre pari pari alle mie azioni istintive d'essere organico. Non hai trovato la ragazza giusta, mi dicono. Anche mia mamma tende a fare di queste battutine. Vabbè. Quando io sono nato lei aveva due anni più di me adesso. Sinceramente non mi ci vedo tra due anni sposato, con casa e figli. Tornando sulla questione principale, il fatto che io non voglia farmi coinvolgere al momento in certi tipi di emozioni deriva da fatti indipendenti dal trovare o meno la ragazza giusta. Non sono così schizzinoso. Nel pieno della tempesta ormonale dell'adolescenza avevo già trovato colei che per me poteva essere la massima aspirazione. Almeno al tempo. In quei momenti non avevo neanche la totalità di aggravanti che mi porto dietro ora; ero un ragazzo biondo, alto per la mia età, atletico (ero un nuotatore anche se ora non tocco acqua se non per lavarmi le mani da circa, beh, un bel po' di anni), educato, ed ancora non era sopraggiunto il mio grave caso di cinismo acuto. Al tempo parlavo ancora per primo, diamine. Ora non più. Se qualcuno mi parla, bene, dialogo, sono socievole (nei limiti) e tutto il resto, ma io non parlo mai per primo. Sono dell'idea che se uno non ha niente da dire non deve dire niente. Quindi le discussioni non partono mai da me, a meno che io non abbia bisogno veramente di qualcosa, anche quando ormai sono in confidenza con una persona, la cosa si attenua ma non si estingue mai. Con questo assioma è complesso stringere rapporti duraturi. Senza divagare, dicevo, avevo trovato questa lei. Niente di che, qualcosa di semplice. Non amo la Barbie. Avevo preso in considerazione veramente di metter giù qualcosa di concreto, chessò, dirle qualcosa o fare qualcosa o qualcosa di qualcosa. Qualcosa. Mentre rimuginavo su questi fatti mi sono reso conto della scelta che mi si presentava di fronte. Già al tempo non ero uno che usciva granchè con i coetanei. Avevo la mia cerchia d'amici intorno a casa, e passavamo le giornate per le strade del quartiere o al parchetto, gli ultimi rigurgiti di una società giovane alla Tom Sawyer. Erano tutti un po' più piccoli di me ma chissenefrega, ho passato i momenti migliori forse proprio grazie a questo. I coetanei erano troppo interessati ad attendere i quattordici anni per avere lo scooter, a comprare maglie e scarpe costose, ad iniziare a frequentare i primi locali del sabato sera, fare le prime esperienze corporee. Erano cose che non mi interessavano, così me ne stavo fuori da quel giro. Era questa la scelta che mi si presentava. Arrivare ad un compromesso ed uscire con quella gente di cui non mi interessava niente in posti di cui non mi interessava niente parlando di cose di cui non mi interessava niente solo per potermi avvicinare di più al mio obiettivo, lei. Magari iniziare a dare importanza all'etichetta dei miei vestiti per allinearmi a questi standard. Magari a lei non importava niente, ma non avrebbe funzionato il meccanismo senza questi passaggi. La mia conclusione fu che non avevo la minima intenzione di sacrificare la mia libertà, i miei soldi, le mie idee in merito a certe questioni e la mia coerenza per poter avere quel che speravo. Fatto sta che l'amicizia stretta con questa lei divenne forte e stretta ma semplice amicizia, dissoltasi nelle pagine della storia, come succede a tutto. Se fosse stata davvero quella giusta avresti sacrificato tutto, mi viene detto. Non ci credo. Esistono livelli di dignità personale che forse non sono disposto a mettere in gioco. Dal canto mio credo fosse proprio il momento e la persona giusta. Ancora ad oggi ci penso, un po' rimpiango, un po' mi rattristo, penso che, forse, tornando indietro sacrificherei quelle cose dette in precedenza e rinuncerei all'io di oggi, ma sono momenti, razionalmente, passando la nostalgia, capisco che così non sarebbe. Ho avuto altre attrazioni, ovvio, ma mai nessuna così duratura. Alla fine credo che stringere rapporti intimi con una persona senza scendere a compromessi sia pressochè impossibile, quindi l'accetto, almeno al momento. Sul futuro non si può mai dire. Se proprio un giorno mi renderò conto che la cosa non può essere sopportata forse potrei piegarmi a questo bieco sistema. Ma come si fa a tradire il proprio essere e le proprie idee solo per soddisfare un bisogno? Non so se ci riuscirei. Avrò bisogno dei consigli di Capezzone.

mercoledì 21 ottobre 2009

Senza titoli

Qualche tempo fa hanno arrestato un tizio che ha esercitato da pediatra per qualcosa come vent'anni e nessuno si era mai accorto che pediatra non era, non si era mai laureato. L'hanno beccato solo con le indagini su un bambino morto, che sarebbe morto a prescidere pare. Ma se uno riesce a fare una cosa del genere, per vent'anni, vuol dire che c'è qualcosa che non funziona, qualcosa di profondo. Non funzionano gli organi di selezione, non funzionano gli organi di controllo. Ma soprattutto, se uno riesce a fingere di avere una laurea che non ha per vent'anni senza farsi scoprire, vuol dire che qualcosa non funziona nella laurea in pediatria. Che razza di laurea è una che può essere simulata così facilmente?

martedì 20 ottobre 2009

Caro diario della notte

Non riesco a dormire, devo scrivere. Basta, sono stanco. Davvero. Tutti mi danno addosso, tutti criticano ed io non ho più la forza e la motivazione di un tempo. Stanco. Sì. Lo ammetto, che diamine, ho iniziato solo per cercare una scappatoia veloce dai miei problemi. Non è colpa mia. Avevo le mani in troppe cose e quant'è così si perde un po' il controllo. Sono umano anch'io, cavoli. Fatto sta che dopo qualche tempo ho capito che tutto questo poteva essere di più che una semplice scappatoia: ho capito che poteva essere la mia via. Mi sono lasciato prendere dal dibattito e dal conflitto ottenendo grandi risultati ma senza perdere nulla delle mie vecchia attività, anzi, talvolta le due cose entravano in simbiosi gonfiandosi a vicenda. Successi, sì. Questo nonostante la scorrettezza di coloro che mi circondano sempre pronti ad incolparmi di questo o quel reato, pronti a trascinarmi in tribunale o ad accusarmi di questa o quella nefandezza. So di non essere un santo ma, ripeto, sono umano. Errare è nella mia natura. Mi piacciono i soldi, il potere e le donne come ad ogni uomo su questa Terra, con la differenza che io ho avuto la fortuna di poterne disporre in grande quantità. Sarei stato uno stupido a non approfittarne. In fondo quei soldi potevano diventare miei senza troppi problemi, se fossi riuscito a prendere tempo abbastanza da rendere inutili le indagini. Quelle donne così giovani e belle potevano essere mie se solo avessi dato qualcosa in cambio, un lavoro, un incarico. E perchè non approfittarne, dunque? Si vive una volta sola, meglio godersela. Ho cercato di cambiare le regole del gioco per poter allungare ancora la mia carriera e la mia età d'oro ma questa volta ho forse forzato un po' la mano, le cose non sono andate come previsto. Mi sono incazzato di brutto, lo ammetto, ho perso il controllo. Vorrei non averlo fatto, mi dispiace, ho insultato persone che non lo meritavano solo perchè avevo bisogno di sfogarmi, di designare un nemico da combattere per me e per chi crede in me. Sono stato uno sciocco. La verità è che sto diventando vecchio. Le donne non si accontentano più di semplici regali, ora stanno con me solo per grandi ricompense. La cosa mi rattrista, io amo la conquista ed il corteggiamento. Già, sono vecchio, è ormai inutile negarlo. Per quanto il truccatore, il tricorestauratore ed il plastico possano nasconderlo, e stanno facendo un ottimo lavoro da parecchi anni a questa parte, quei ragazzi, ormai i segni del tempo sono indelebili. Forse non tanto all'esterno quanto all'interno. Non sopporto più la pressione, sbraito e m'arrabbio per un non nulla, non riesco più ad essere subdolo come un tempo, i miei obiettivi segreti diventano presto palesi e di pubblico dominio. Sto perdendo lo smalto. Sto perdendo la motivazione. Molti mi adorano, e mi piace, ma ce ne sono anche troppo che mi odiano, che mi vorrebbero vedere morto, o sofferente. Ciò mi rattrista. Volevo solo far del bene a me stesso e poi a tutti gli altri, non credo di meritare tale astio. Chiedevo solo qualche anno in più, ma mi hanno silurato con qualche ingiusto pretesto. Non lo accetto, ma non ho la forza per oppormi intelligentemente come una volta. Forse devo solo subire. Forse ho fatto il mio tempo. Sono stanco. Spero che un giorno tutto questo finisca e spero di potermi godere una pensione calma nella mia villa senza dovermi coprire costantemente le spalle da fotografi senza scrupoli, senza dover sempre sforzarmi a sorridere in ogni occasione, senza dover sempre mentire. Basta menzogne. Sono stanco. Buonanotte.

S.B.

lunedì 19 ottobre 2009

Buone nuove #12 - Mancinismi

La Consulta boccia il Lodo Alfano. È di sinistra.

Napolitano non interviene. È di sinistra.

La magistratura vuole indagare. È di sinistra.

La stampa estera scrive tutto. È di sinistra.

La Costituzione non piace. È di sinistra.

Santoro parla dei processi. È di sinistra.

Fini richiama al contegno. È di sinistra.

Libico attenta una caserma di Milano. È di sinistra.

L'alluvione distrugge Messina. È di sinistra.

L'opposizione pensa solo alle primarie. È di destra.

domenica 18 ottobre 2009

Un proiettile in testa è inutile senza un cervello

Cattiva mossa quella di Mezzadri e della sua uscita su Facebook "Ma santo cielo, possibile che nessuno sia in grado di ficcare una pallottola in testa a Berlusconi?". Ci sono una marea di cose che non vanno. Innanzitutto cose del genere si bisbigliano col collo incassato nelle spalle, guardandosi in giro circospetti, si cospira negli angoli bui nelle nebbiose notti metropolitane e cose del genere. Se le scrivi su Facebook perdi di ogni credibilità, ammesso che un'affermazione del genere possa averne in partenza. È come scrivere un trattato di fisica subnucleare e pubblicarlo su Topolino. Secondo, uno come Berlusconi non può essere ammazzato per un semplice motivo: diventerebbe un martire. E la folla va letteralmente pazza per i martiri. I martiri sono sempre buoni. I martiri sono sempre belli. E Berlusconi avrebbe vinto, il suo popolo lo eleverebbe a divinità per sempre. Per sempre. No, la morte non risolve nulla, in questo caso. Trovarlo vestito da nazista con la lingua nella vagina di una dodicenne, questo sì intaccherebbe per sempre la sua reputazione. Anche se, vista l'adulazione del suo elettore medio, temo sia più facile che diventi una nuova moda. Quindi investite in costumi nazisti, nel caso succedesse: sarete presto ricchi.

sabato 17 ottobre 2009

Strategia anti approfondimento

Guardando i programmi d'approfondimento politico (Ballarò, Annozero, L'Infedele, e basta credo) si nota una trategia comune. Generalmente vengono messi da un lato i rappresentanti filogovernativi e dall'altra gli oppositori. Bene, così immediatamente si capisce da che parte sta quello che parla. Ma guardando queste trasmissioni si vede che tutti gli invitati berlusconiani, a prescindere da quale lato dello studio occupano, hanno sempre e solo una strategia tanto riconoscibile da essere probabilmente studiata a tavolino. La strategia consiste nell'interrompere l'oppositore che parla con argomentazioni inerenti al suo discorso, se ne esistono. Se non ne esistono, si fa qualche analogia del tipo "sì, ma allora voi...", se esistono. Se non esistono si parla di qualcos'altro, qualsiasi argomento è buono, basta sovrastare la voce di chi parla per spingere la regia a cambiare inquadratura. È tremendo. Oltre a questo gli insegnano a sghignazzare insieme, fare faccine serie, scuotere la testa in aria afflitta. E poi, quando tutte le argomentazioni finiscono, l'argomentazione più abusata della storia, la preferita da Lupi e Castelli (e già da questo ricaviamo informazioni interessanti). L'affermazione suona circa così: "Noi siamo il governo, allora cos'è, la maggioranza degli italiani è scema?". Mai una volta che uno abbia il coraggio di rispondere con la verità: "Sì".

venerdì 16 ottobre 2009

Le vecchie ideologie

Ci sono grossi pericoli quando cambiano le parole, o meglio, quando cambia il loro significato. Tu sei lì a fare un discorso con qualcuno e all'improvviso ZAM le parole cambiano significato e tu non riesci più a capire se quello che dici corrisponde effettivamente a ciò che viene recepito dall'ascoltatore. Come cercare di scrivere qualcosa su una tastiera coi tasti scambiati di posto; premi A ed esce W. Genera incompresione. Da ambo i lati.

Boy: Andiamo al cinema stasera?
Girl: Sì! Cosa danno?
Boy: Non so, controllo su internet.
Girl: COS'HAI DETTO SU MIA MADRE?

Berlusconi critica(va) costantemente l'ala più estrema della sinistra (quindi la sinistra in generale visto che per lui sono tutti comunisti) dicendoli troppo attaccati alle ideologie. Anche Veltroni durante la presentazione del suo romanzo (era segretario di un partito ed ha anche avuto il tempo di scrivere un romanzo, per forza poi i risultati sono quelli che sono) spiega che, finalmente, l'ombra del fascismo è morta come sono infine morte tutte le ideologie. Le ideologie. Morte. Sì, questo è vero. Ma come fa una persona normale a credere che sia un fatto positivo? Dietro all'ideologia ci sta un valore morale, un'idea e un concetto in cui si crede, giusto o sbagliato che sia. Se l'ideologia muore, cosa resta della vita e della politica? La politica diventa un modo per rimpinzarsi le tasche e acquisire ancor più soldi e potere, la vita diventa una gara a cronometro di resistenza, last man standing. Ed effettivamente qui siamo giunti.

giovedì 15 ottobre 2009

mercoledì 14 ottobre 2009

Colpito al cuore

Legare l'amore al sesso è tra le cose più sbagliate che si possano fare. Il sesso è puro impulso semplice e naturale finalizzato alla riproduzione, impulso che viene da non-so-quale parte del cervello orridamente primitiva. L'amore è una sensazione evoluta che nasce associazioni, fattori e pensieri più complessi. Tutte quelle trasmissioni televisive del pomeriggio o le riviste per donne frivole sono sempre pronte a sguainare la spada per difendere l'idea che non esiste il sesso senza amore. Niente di più sbagliato, care signore. Anzi, è tutto molto più semplice: salutarsi, denudarsi, timbrare, rivestirsi, congedarsi. Elementare. Strofinii di carne sporchi e banali. L'amore invece dev'essere coltivato, lo vedi nascere e crescere fino a sbocciare in una corolla multicolore o, se non curato abbastanza, avvizzire in un fuscello marcescente. È qualcosa in grado di evolvere ed arricchire le due parti in gioco, cosa che il sesso non è capace di fare. Sono millenni che è sempre uguale, per quanto piacevole possa sembrare. Però, grazie a questi mediocri mezzucci di associare sempre il sesso all'amore come fossero due cose indissolubili rende possibile tappezzare le storie traballanti in cui l'amore inizia ad affieovlirsi; quando cuore e mente non hanno più niente da dire, facciamo parlare gli organi genitali. Anche a causa di questo l'amore si è ormai scisso in due nette categorie: l'amore delle canzoncine pop (che non ha alcun riscontro nel mondo reale) e quello che serve per accoppiarsi e sposarsi e tutto il resto (l'unico che esiste, ormai). Da ciò viene che l'amore, come ho già detto, può essere solo tra uomo e donna generando una realtà in cui esiste una differenza tra etero ed omo, differenza che non esiste in realtà. Infatti pensiamo al solo sesso, unica cosa che ormai interessa in una relazione. Visto che la maggior parte delle volte (che se ne dica) è praticato senza l'amore dietro questo si riduce, come già detto, a strofinii di carni particolarmente irrorate di sangue e terminazioni nervose allo scopo di trarne piacere. Alla luce di ciò, che differenza dovrebbe esserci tra strofinarsi un uomo, una donna, un gatto, un cotechino? Lo strofinio c'è e l'obiettivo si raggiunge comunque come da tradizione insegna la propria mano. È il solo istinto riproduttivo a spingerci generalmente verso il sesso opposto, ma solo percentuale minuscola dei rapporti ha questo scopo. E anche con l'amore le cose non sarebbero differenti: perchè dovrebbe esserci differenza tra provare affetto, affinità ed empatia con un uomo o con una donna? Alla fine l'amore indica l'apice dello star bene che, come ho già detto, non ha alcuna relazione con il sesso. Ma gli etero sono troppo impegnati a dar fuoco ai bar dei gay per rendersene conto. E i gay sono troppo impegnati a vestirsi di piume colorate per il Gay Pride per rendersene conto. Almeno in questo etero ed omo sono uguali.

martedì 13 ottobre 2009

Che ci sia di meglio?

C'è una teoria sociologia pseudoscientifica che asserisce che ogni uomo sulla Terra può raggiungere tramite conoscenze qualsiasi altro con massimo sei passaggi. Ora, siccome ognuno di noi conosce una frazione infima della popolazione terrestre potremmo dire che non si raggiungono mai i sei gradi della teoria. Un tempo per avere l'ordine di grandezza del numero di persone conosciute da qualcuno bastava consultare la sua agenda telefonica, oggi siamo molto più fortunati e possiamo tranquillamente intrometterci nella vita di chiunque per acquisire questo dato. Grazie Facebook. Certo, non tutti hanno un profilo e quindi in realtà gli Amici di qualcuno sarebbero un po' di più. È altresì vero che dovrebbero essere anche un po' di meno visto che generalmente l'utente medio di Facebook aggiunge gente a caso (qualcuno ricorderà il mio esperimento; continuano ad arrivarmi richieste d'amicizia ed inviti vari, nonostante tutto) oppure contatta gli amici della scuola materna tanto per aumentare il numero. Possiamo dire che le due cose si compensano, grossomodo. Adesso, con qualche rivelamento a campione sulla popolazione Facebook noto che il numero medio di amici per gli utenti che lo usano è di 250 che corrisponde al 0,000004% della popolazione terrestre, 0,0004% della popolazione italiana. Cambiamo ora argomento, parliamo d'amore. Questa sensazione tanto abusata si prova quando ci troviamo ad interloquire con persone con le quali abbiamo un particolare picco di affinità. Grazie alla società omofobica in cui viviamo il range di possibili persone amate da qualcuno si dimezza (uomini solo donne e viceversa, gli altri sono casi statisticamente non rilevanti), per persone dello stesso sesso si sostituisce la parola amore con la mia migliorissima amica! se è femmina e con birra se è maschio. C'è da dire che, ipocritamente, tutti gli innamorati/fidanzati/sposati dicono che l'oggetto delle loro attenzioni e quanto di meglio possa esistere. Questo prima di divorziare, di lasciarsi o di vedere la nuova inquilina del piano di sotto. Eppure, è ormai chiaro dove voglio arrivare, ognuno sceglie i propri amori all'interno della ristretta cerchia di conoscenze che è una percentuale tremendamente piccola dell'intera popolazione mondiale. Quindi non solo gli amori tanto decantati non sono a prova di bomba ma è anche possibile che nessuno conosca il vero amore, la persona con cui raggiunge la massima affinità potrebbe trovarsi dall'altra parte del globo, potremmo non incontrarla mai, soprattutto se a queste questioni portate si aggiunge il fatto che la maggior parte delle persone cerca disperatamente l'amore (od un suo pallido simulacro) per poter raggiungere il simbolo di ciò che la tradizione indica come realizzazione (il matrimonio, santo Dio) o più banalmente e più comunemente, per raggiungere gli organi genitali del rispettivo partner. Niente di nuovo sotto il sole, insomma. Un'intera vita illudendoci d'aver raggiunto il paradiso quando si è solo nella quotidiana routine.

lunedì 12 ottobre 2009

Obbligatorio vivere

Non capisco perchè ci sia l'obbligo di mettere il casco in moto o la cintura di sicurezza in auto. Io l'ho sempre fatto anche prima che diventasse un obbligo e la cosa non mi sembra così faticosa da doverci scrivere una legge per costringermi di farlo. Imporre per legge di mettersi le protezioni in auto sarebbe come imporre per legge il maglioncino di lana o la maglietta della salute. Le leggi della mamma. E comunque è stupida una legge del genere, alla fine se uno non prende le dovute precauzioni tende a subirne da solo le conseguenze quindi amen, la prossima volta (sempre ammesso che possa esistere una prossima volta) starà più arzillo. Neanche dire che si debba salvaguardare la razza umana; siamo in costante aumento demografico e lo sfruttamento del territorio è ormai allo stremo, lo sfoltimento dei rami più stupidi (uno che non vuole mettere il casco perchè si rovina l'acconciatura o che non vuole mettere la cintura di sicurezza perchè gli fa fatica non può non essere considerato uno stupido) della società non può che essere un bene per la collettività. Quindi, se siete particolarmente stupidi toglietevi pure le cinture e partecipate alla prossima manifestazione "A cento all'ora contro un platano". La comunità ve ne sarà riconoscente.

domenica 11 ottobre 2009

Breve e limaccioso

Una nuova catastrofe che distrugge le case della gente. Ora tutti quelli rimasti per strada accusano non si sa bene chi perchè "quelle case non a norma andavano distrutte". Già.

Toc toc.
Messinese: Salve.
Ingegnere: Salve, buon giorno, siamo del Comune.
Messinese: Sì, mi dica.
Ingegnere: La sua casa deve essere rasa al suolo.
Messinese: Ma...
Ingegnere: Avanti, esca.

Sarebbero sicuramente stati d'accordo. Certo. Ma per piacere. Sta gente non si rende nemmeno conto di quanto sceme siano le polemiche che creano. Per fortuna che almeno qualcuno ci guadagnerà in popolarità dalla cosa mercanteggiando case nuove in cambio di promesse di voto. Secondo me starà già eseguendo operazioni preliminari di autoerotismo pensandoci.

sabato 10 ottobre 2009

Ah, questo Berlusconi...

Sempre circondato da belle donne.

E sempre con la battuta pronta.

Siamo proprio un Paese fortunato.

venerdì 9 ottobre 2009

Buone nuove #11 - Tutto pronto

L'azienda di Cesare Ragazzi sull'orlo del fallimento. Pronta la cordata del premier.

Berlusconi: "Nulla mi farà tradire il mandato che gli italiani mi hanno conferito". Pronto il Lodo contro la morte naturale.

Consulta: "Lodo illegittimo". In preparazione il lodo per i lodi illegittimi.

Berlusconi infuriato sulla bocciatura del Lodo Alfano: "Queste cose qua a me mi caricano e agli italiani gli caricano, viva l'Italia e viva Berlusconi". Viva l'italiano soprattutto.

Il cardinale Turkson: "Siamo pronti per papa africano". Basta che non sia negro.

Benedetto XVI: "Dio si da gratis". Subito invitato a cena a Villa Certosa.

Sondaggi: sette italiani su dieci stanno con Berlusconi. Gli altri tre faranno una telefonata appena arrivano.

Venditti in Sicilia: "Perchè Dio ha inventato la Calabria?". Perchè il ponte fino alla Basilicata non ci arriva.

Messina sommersa dal fango. I calabresi l'hanno presa troppo sul serio stavolta.

Berlusconi: "Ci stiamo già attivando per la costruzione delle case". In Abruzzo.

Topo Gigio testimonial della campagna di prevenzione contro l'Influenza A. Poi passerà ad Onna a distribuire nuove case.

Visita entusiastica di La Russa ai parà di Kabul. Avanti così, siete una bomba.

Nobel per la pace ad Obama. E non aveva neanche fatto fare le canzoncine.

giovedì 8 ottobre 2009

Guida rapida ai principali bacini elettorali

Chi vota Popolo delle Libertà?
1. I vecchi che per tutta la vita hanno votato destra, vogliono continuare a votare destra ma si trovano nella sfavorevole situazione di vivere in un paese in cui l'unico partito di destra è quello di Berlusconi.
2. I ragazzetti tifosi del Milan e le ragazzette che vorrebbero proprio diventare delle attrici.
3. Gli imprenditori le cui aziende potranno vivere nella scia delle leggi che Berlusconi farà per le sue.
4. Chi considera Feltri e Facci dei giornalisti.
5. Chi si ritiene troppo occupato per interessarsi alla politica e quindi la segue sui telegiornali di Mediaset.
6. Chi è troppo ricco e troppo snob per mischiarsi ai pericolosi bolscevichi sovversivi.
7. Chi vede il leader politico con divina adorazione e fa dure espressioni di disapprovazione quando qualcuno lo prende in giro, ci fa una vignetta o ci scherza su.
8. Chi considera satira quella del Bagaglino e di Striscia la Notizia.

Chi vota Partito Democratico?
1. I vecchi che per tutta la vita hanno votato centro-sinistra, vogliono continuare a votare centro-sinistra ma si trovano nella sfavorevole situazione di vivere in un paese in cui l'unico partito di centro-sinistra è il Partito Democratico.
2. I comunisti afflitti dalla cancellazione del loro partito dal Parlamento.
3. Chi è antiberlusconiano ma al contempo troppo conformista per cercarsi un partito diverso dal più grosso.
4. Chi è convinto che Travaglio sia di sinistra.
5. Chi vede, almeno per le prime due settimane, una svolta nel nuovo segretario del partito.
6. Chi è troppo povero per essere difeso dalle politiche di Berlusconi.
7. Chi è in grado di prenderla alla leggera e con autoironia ma non è in grado di vedere dov'è il limite oltre il quale c'è poco da ridere.
8. Chi crede nel voto utile e chi crede che quello al Partito Democratico sia un voto utile.

mercoledì 7 ottobre 2009

Status uniti

Ormai è tutta questione di etichette. Dopo vari avvenimenti mi sento depresso, ma se lo dico verrei immediatamente classificato nella categoria di emo/dark di turno. Questo perchè i suddetti usano talmente a sproposito parole e concetti da snaturarne il significato e renderli parte di un sistema più grande. Ad ugual modo se sostengo che il nostro premier abbia fatto qualcosa di buono sarei un vile berlusconiano (e mi parlerei più) mentre se dico che questo è uno dei peggiori esseri umani presenti su suolo italico sarei semplicemente un pericoloso bolscevico. Tutto perde di significato se usato a sproposito, se non sei con Berlusconi sei solo comunista, non c'è alternativa, una dicotomia inviolabile scritta nella pietra. Questo detto da chi del comunismo sa solo due cose: che il logo è la falce e il martello e che erano tremendamente ghiotti di bambini. Ed è proprio questo mutare delle parole che fa evolvere la cultura diventata oggi una cultura dell'apparire e del parlare, spesso apparire ciò che non si è e parlare con parole d'altri. Ce ne sono a bizzeffe d'esempi simili: si pensi ai ristoranti cinesi. Quand'ero bambino io era praticamente una vergogna mangiare cinese o giapponese perchè, cazzo, ma non lo sai, mangiano i gatti. Oggi è diventato figo. Tutti dicono che il sushi è così tremendamente buono, inarrivabile. E spesso questa bontà viene da chi neanche l'ha mai assaggiato.

Cameriere: Cosa ordina, signore?
Avventore: Del sushi.
Cameriere: Benissimo signore!
Avventore: Ben cotto, per favore.

Senza contare che il buonissimo viene spesso da altri fattori diversi dal responso del senso "gusto". È pieno di frequentatori di fumetterie che scaricano gli anime da PirateBay e che si sentirebbero vuoti senza poter dire ai loro amici che sì, diamine, il sushi è proprio una bomba. Status, semplicemente status. Io l'ho provato il sushi: puzza di pescheria e tutti i pezzi hanno lo stesso sapore a prescindere dal colore, dalla forma o dal tipo di pesce. La ricerca dello status porta invece ad insaporirlo, forse è proprio questa spezia che mancava quando l'ho assaggiato io: lo status. Ma ne esistono decine di status, tranquilli, ce n'è per tutti! Come dimenticare lo status d'universitario fuori sede che fa tanto uomo vissuto. Si cerca un'università lontana da casa, possibilmente una laurea dal nome altisonante ma dagli scarsi contenuti per poter prendere ottimi voti senza far nulla in modo da rendere felice papà ed evitare che smetta di pagare, si vive in un appartamento con coinquilini dello stesso sesso e si beve birra. Poi ci si cerca una ragazza, possibilmente del posto perchè, accidenti, mica voglio viaggiare di continuo per l'Italia per correre dietro a questa qui che s'illude d'essere qualcosa di più che un semplice marker del mio status. Diamine, ora sono davvero soddisfatto, e come nei film americani ci saranno ragazze strafighe disponibili, grandi auto sportive e feste a base di birra e cocaina. Film come American Pie e simili hanno rovinato un buon numero di generazione di giovani. Ma alla fine, chissenefrega, tu sei soddisfatto per il tuo status e non per quello che hai raggiunto (un'istruzione, conoscenza, cultura, una ragazza, responsabilità), semplici obiettivi da spuntare sulla tua lista per poter un giorno dire "sì, l'ho fatto". Ottimo. Grande soddisfazione dal profilodi Facebook dove si potrà finalmente scrivere studente universitario.

martedì 6 ottobre 2009

Nato morto

Ad ogni trasmissione lo annunciano con tono solenne, in ogni telegiornale è la notizia di chiusura e prima e dopo ogni programma televisivo viene ricordato. No, tranquilli, nessuna edizione straordinaria per chissà quale catastrofe: è solo il passaggio al digitale terrestre. Tutta Mediaset è costantemente attiva per ricordarci di comprare il digitale terrestre perchè tra poco l'analogico non funzionerà più mentre la Rai lo dice solo una volta ogni tanto, quando si ricorda. Cioè: Mediaset (privata) ricorda a tutti gli italiani la cosa, Rai (pubblica) se ne frega. Ammesso questo scambio di ruoli ed ammesso che qualcuno sia veramente terrorizzato dall'eventualità di perdere i programmi Rai o Mediaset perchè sprovvisto del digitale terrestre, andiamo ad analizzare la "nuova" tecnologia introdotta. Il digitale permette di vedere programmi senza il consueto effetto neve o effetto sfarfallio tipico delle trasmissioni analogiche fino ad oggi utilizzate. Migliore qualità dunque, ma a quale prezzo? Semplice: mentre con l'analogico è facile raggiungere un compromesso (non si vede benissimo, ma si vede e mi basta) col digitale questo non si può fare: se si vede, è perfetto, impeccabile, privo di sbavature, ma se il segnale non arriva bene semplicemente non si vede. Magie del digitale. Andiamo oltre: con l'avvento del digitale sono apparsi nuovi canali a iosa. Ad esempio, Mediaset ora ha anche Iris (un canale che trasmette film vecchi, ma non come Rete4, molto molto più vecchi) e Boing (cartoni animati). A me pareva che Berlusconi (o relativi famigliari) non potesse neanche possedere Rete4 sia perchè non poteva avere più di due reti, sia perchè occupava le frequenze di Europa7. Ora ne ha cinque. Vabbè. Andando oltre vi è il problema dell'interattività tanto declamata. Per ora l'unica interattività che ho trovato è sui canali Mediaset; ogni tanto appare una miniatura del logo della rete in alto a sinistra in rosso. Se premi il pulsante rosso potrai godere - udite udite - di uno spot pubblicitario! Miracolo tecnologico! Ma le novità non finiscono qui. Un tempo, quand'ero piccino, c'era Tele+ (mi pare si chiamasse così, non l'ho mai avuto). Al tempo hanno inventato i canali sdoppiati per adattarsi alle esigenze del pubblico, ovvero c'era la stessa rete mandata in onda due volte ma una delle due era shiftata di un'ora. Una cosa ingegnosa in effetti. Vent'anni fa. Eppure oggi ancora ripropongono lo stesso sistema per simulare la flessibilità. Con quello che si è speso per cablare l'Italia intera in digitale, smantellare le vecchie infrastrutture dell'analogico e comprare i decoder, si sarebbe potuto cablare l'intero territorio con una dorsale in fibra per l'internet ad altissima velocità. Non può Canale5 e Canale5+1 ma semplicemente "io arrivo a casa all'ora che mi pare e per guardare quello che voglio guardare lo scelgo da una lista di disponibilità e premo semplicemente Play". Ma sarebbe tutto troppo semplice, meglio adottare una tecnologia morta in partenza e farla passare come innovativa. Interessante soprattutto l'idea di renderla obbligatoria, come se quando hanno inventato la radio FM avessero messo fuori uso la radio AM o quando hanno inventato l'automobile avessero messo fuorilegge la bicicletta. Cose assurde. L'unico motivo valido per attuare lo switch off sarebbe quello di vendere decoder per digitale terrestre. E allora, provate a indovinare di chi è la società che produce i decoder?

lunedì 5 ottobre 2009

domenica 4 ottobre 2009

Il mio rabbioso amore

Sono ossessionato dalla rabbia. Non necessariamente dalla mia rabbia, dalla rabbia in generale. Ne provo un'attrazione totale, a livello quasi erotico e, in un periodo in cui la cosa più erotica a cui ho avuto il tempo di pensare è risolvere un'equazione differenziale disomogenea di - oh, sì - quinto grado, la cosa assume connotati ancor più travolgenti ed incontrollabili. Non riesco a cambiare canale quando qualcuno litiga in televisione, anche se la cosa dura poco perchè là i litigi hanno sempre i toni pacati e sembrano troppo artefatti. Preferisco quando vedo persone che discutono, urlano e si menano, le osservo rapite, mi piace vedere le reazioni e studiare i meccanismi di offesa/difesa verbali e fisici che è in grado di costruire la mente umana quando è al suo stato più naturale e primitivo, quando è dentro una disputa con la rabbia pura nelle vene e l'odio che cresce pericolosamente come una bolla nera al centro del torace, da togliere il fiato. È una cosa che non so spiegare e non riesco a capire, so solo che c'è. Per questo un po' mi dispiace che la connessione della 3 sia tornata a funzionare: ora non ho più la scusa per litigare ed alzare la voce con quelli del call center. Litigare al telefono è il massimo in questo senso, puoi litigare e dire cose ad ogni livello senza rischiare di prendere un pugno sul muso. È la prospettiva di prendere un pugno a frenarmi dal litigare spesso, quindi sono in realtà un tipo fin troppo poco litigareccio. Preferisco godere delle litigate degli altri.

sabato 3 ottobre 2009

Un'alternativa

Nasciamo come pezzi unici. E non come l'ultimo Cd dei Quaraquaqua che è stato numerato a mano o come la Gioconda, noi siamo unici veramente. Ognuno ha il suo aspetto fisico, il suo carattere, le sue idee e le sue arti. Chiunque, nessuno escluso. Questa estrema varietà iniziale viene poi nuovamente ampliata ad aggiornata tramite miliardi di variabili come la famiglia, gli amici, la scuola, il contesto socio-culturale e le esperienze fatte. Insomma, non c'è possibilità che due persone siano uguali. Simili sì, uguali mai. Eppure, per quanto sia, c'è un bisogno di uniformarsi e di compattarsi in un tutt'uno. Basta vedere l'utente medio di una discoteca. Ed è per questo che per differenziarsi dall'utente medio della discoteca (che tragicamente coincide anche con l'umano medio) nascono i vari movimenti, i punk, i metallari, i dark, gli emo e altri che fatico a definire. Non so se si riesce a cogliere l'ironia della cosa: per essere differenti, semplicemente si cambia categoria passando da quella più ampia ad una più di nicchia. Simpatico, no? I punk che vogliono essere anticonformisti si vestono tutti come dei barboni, tutti uguali. I metallari pure, con le magliette dei gruppi e gli indumenti in pelle e metallo. Idem per gli emo con i ciuffi che coprono in viso e li rendono tutti uguali. Dai, si è capito. Ogni categoria ha uno stile talmente fisso e delineato che è possibile tracciare degli stereotipi precisi al limite dell'inquietante. Non c'è nessuno che riesca ad essere alternativo davvero, senza cadere nell'immagine di alternativo che qualcun'altro ha precostruito per lui. Ma probabilmente è anche un fattore culturale visto che si viene cresciuti anche in un certo mondo. Di alternativi davvero ne ho conosciuti tanto pochi da essere statisticamente non consistenti. La verità è che l'alternativo vero fa paura perchè non è incasellabile in uno schema e non è possibile affrontarlo. E allora io mangio quando ho fame e non agli orari prestabiliti con i pasti principali solo perchè è ormai convenzione, dormo quando ho sonno seguendo il ciclo del sole anche se fa molto più figo tirare le quattro del mattino e poi dormire fino alle tre del pomeriggio, respingo gentilmente la gente, sia uomini che donne, indistintamente, prima che possano gettare i ponti della conoscenza e nel fare queste cose sono a mio modo unico. Neanche chi vuole fare l'alternativo riesce a capire queste mie smanie e argomentazioni, ed ho il forte sospetto di esser considerato strano, se non scemo. Pazienza. L'importante è che nessuno mi additi come alternativo perchè non lo sono, sono pieno di pregiudizi, sono vecchio dentro e conservatore al limite del fanatismo su certe questioni. Anche l'alternativo è un conformista perchè esiste la parola per identificarlo ed è possibile additarlo per la strada. Il vero alternativo (nel senso di "non identificabile come umano medio che vuole far parte di una certa categoria di stereotipi") non è chi veste new age o ascolta strana musica ma colui che apre gli occhi e capisce quali schemi possono essere abbattuti per modellare la propria giornata sui propri bisogni, e non il contrario, colui che si guarda attorno con occhio critico e colui che è capace di pensare. Perchè, oramai, anche il solo pensare farebbe di te un alternativo.

venerdì 2 ottobre 2009

Che Male

Il male è tra noi. Buona e vecchia argomentazione, come fare senza? Cosa sarebbero oggi la Chiesa, la Lega, i film d'azione e le argomentazioni della sinistra senza la possibilità di vedere il male tra noi? Niente, ecco cosa. L'eterna battaglia tra bene e male è ancora un argomento verde e rigoglioso per chiunque voglia raccontare, dimostrare, persuadere, minacciare. Purtroppo è, com'è sempre stata, un'argomentazione debole. Cos'è il male? Ciò che fa soffrire contrapposto a ciò che fa gioire? Esistono azioni che fanno soffrire fatte a fin di bene, in fondo. Ma allora cosa si giudica di un'azione, l'intenzione o l'azione fine a se stessa? L'intenzione è d'altra parte altrettanto eterea in quanto soggetta all'interpretazione personale. E allora cosa identifichiamo come male. Per gli amanti del fantasy il male si incarna in un uomo assetato di sangue e distruzione, generalmente un potente mago che ama vestirsi di nero ed abitare in luoghi impervi e desolati (tipo la Basilicata). Ma quest'immagine (stereotipo, veramente) che regge da sempre, da Il Signore degli Anelli ad oggi ed oltre, è assolutamente erronea e sbagliata. Perchè qualcuno, per quanto malvagio, dovrebbe volere la distruzione e la morte di tutti? Su cosa regnerebbe poi, una volta rimasto da solo in un mondo trasformato in una steppa desertica infinita? Io, che non sono forse così malvagio ma mi sto impegnando per diventarlo, preferirei un colpo secco per sradicare il sistema facendo i minori danni possibile, taglio la testa con intelligenza e prendo il controllo del resto. Per poi governare tirannicamente. Questo sì che è realistico (qualcuno ci sta già provando e riuscendo, qua). Quindi il male dev'essere altrove, non può essere solo morte e distruzione. Eppure la figura del demonio, del demone, del diavolo, di Satana è sempre stata presente nella storia, lo è ancora e temo che ci sarà ancora per un bel po'. Satana, diamine, siamo nel 2009 e la gente ha paura di Satana. Che poi se vogliamo dirla tutta, la storia di Satana è abbastanza interessante: era un caro angioletto di Dio poi un giorno s'è seccato di nuvolette e zuccherini ed ha deciso di fare l'alternativo, ha infranto qualche legge e Dio l'ha preso a calci spedendolo via dal cielo, sotto terra. Si può dire che Satana è stato il primo punk della storia, i Clash gli fanno una pippa. Quindi Dio ha deciso di sbolognare i rompipalle mandandoli giù sotto terra mentre lui accettava nel suo regno solo gli uomini migliori. Dio è stato il primo protettore della razza della storia, Hitler gli fa una pippa. Fatto sta che Dio e Satana si sono trovati a dover incarnare le due anime opposte, bene e male, dell'animo umano (una bel salto di carriera per Satana, promosso da semplice angioletto inutile ed anonimo a protagonista delle dispute etiche). E ancora nessuno è riesce a districare i vari stereotipi del bene (Dio, il cielo, la luce, gli angioletti, l'amore sincero verso il prossimo) e del male (Satana, il sottosuolo, i demoni, il sesso prematrimoniale) per poter vedere al di la delle etichette, magari concentrandosi un po' più sui fatti in sè che sul loro significato etico e filosofico. E Satana rimane ancora un personaggio centrale nel nostro mondo moderno.

giovedì 1 ottobre 2009

Troppa immondizia nelle reti

Ormai la rete è piena di blog di gente media con menti semplici, pieni di immagini gigantesche, contenuti multimediali, video, colori e smiles. C'è davvero tutto, mancano solo i contenuti. Credo che un blog, essendo una finestra visibile dal mondo e dove ovunque può affacciarsi a dare un occhiata, debba innanzitutto contenere delle idee. Non me ne frega un cazzo di quello che hai fatto sabato sera, ne di chi ti sei strusciato ieri e, no, neanche quanto il tuo lui ti manchi. Proprio me ne frego. Uno dovrebbe esporre idee, non i propri cazzi. Per esprimere questi esistono i diari, personali, chiusi nel cassetto o come txt secretati, come preferite, ma sono privati. A nessuno interessa della vostra vita. Gli unici fatti personali raccontabili sono quelli che vengono legati ad idee, riflessioni o gelido sarcasmo. Se non ci sono delle idee dietro perchè dovresti pubblicare tutto davanti al mondo? Non andresti mai a sbraitare in mezzo alla strada che l'attore di Twilight cioè è troppo un figo, quindi non vedo perchè tu ci debba pubblicare un post per un pubblico ancor più ampio. Chi ti credi di essere per poter intralciare la rete, la nostra rete, la rete di tutti, con le tue aride stronzate? Ma vaffanculo, va.