venerdì 30 ottobre 2009

Gonfio di lacrime

Sto cucinando, con la testa in altre vie. Il sibilo del fornello, il ribollire dell'acqua. E d'improvviso sento il bruciore agli occhi, il gonfiore. E dietro le lacrime. Lacrime provocate dalla solitudine della casa fredda e vuota, dal plumbeo dell'autunno oltre la finestra, dal profumo di cemento umido che si solleva dalle case, l'odore della terra bagnata. Le dita intorpidite dal freddo.

O forse vengono dalla nostalgia di ciò che fu e mai più sarà. Ho incontrato un conoscente uscito improvvisamente dai meandri del mio passato. Non aveva più un volto, ormai, eppure mi è apparso davanti, e si è chiacchierato del più e del meno prima di salutarsi. Frequenta spesso questi luoghi ed ora cerco invano oltre la finestra sperando di incontrarlo nuovamente e parlare di cose futili. Ma non c'è nessuno, fuori nel vento. Ora piove.

O forse vengono dal timore del presente e del futuro, incontrollabili. Gli impegni che si rincorrono, le scadenze che si avvicinano inesorabili e l'incapacità di reagire. Oggi è l'ultimo giorno di pausa che mi prendo, da domani inizio a lavorare metodicamente. E l'ultimo giorno di pausa me lo godo appieno. Ogni volta.

O forse vengono dalla consapevolezza della volatilità delle cose. Questo pranzo che sta cuocendo lentamente avvolto dal vapore, la penombra che ingrigisce e raffredda. I rapporti, le persone, i legami. Preziosi e resistenti come diamanti, ma altrettanto fragili. Non posso abituarmi a niente perchè sono troppo proiettato in avanti, già ne vedo la fine, e allora non ne vale la pena. Alla fine le cose finiscono, o mutano. Fuori non piove più.

O forse vengono da tutte queste cose insieme, una miscela di pensieri ed emozioni troppo forti e travolgenti per poter essere ingoiata in un sol sorso senza conseguenze, un amaro boccone.

O forse è solo che sto tagliando questa fottuta cipolla.

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