venerdì 25 gennaio 2008

Un mondo di briciole

Ho seriamente preso in considerazione l'idea di abbandonare gli studi per diventare uno scrittore di successo. Non uno di quelli che fanno quattro romanzi e poi si dimenticano, sia chiaro, uno di quelli che entrerà nella storia tipo Poe, Lovecraft o King e che al tempo stesso cacano libri a ciclo continuo tipo Bruno Vespa. Il paradosso sta nel fatto che ho imboccato una strada unicamente scientifica e mai potrò diventare scrittore di romanzi, lunghi o brevi che siano. Avevo pensato di poter diventare un novello Italo Svevo ma in fondo non mi piace la sua testa a forma di lampadina. Quindi ora è da trovare solo la nuova frontiera dell'interdisciplinarità. Un bel romanzo di matematica. O un'equazione thriller, tipo quelle che mi piazzano davanti agli esami. Ho riflettuto sulla questione e sono giunto ad un unica soluzione: non si può fare. Resomi conto di ciò mi sono abbandonato all'apatia sul divano per tutto il pomeriggio, ingozzandomi di biscotti alle gocce di cioccolato e gocce di cioccolato senza biscotti, pensando ai racconti che mi piacerebbe scrivere. Qualcuno l'ho già scritto, altri ronzano nella mente in attesa di una giornata in cui invece di preparare un esame mi metto a digitare al computer. Sono idee geniali, sicuro. Le scriverò tutte poi lascerò indicato nel mio testamento di pubblicarli in edizione limitata e consegnarli alle biblioteche di tutto il circondario. Vivrò una seconda vita attraverso i miei lettori, nella loro fantasia, nei loro occhi pieni di luce e nei loro cuori esaltati dalle mie storie.
Già.
Si.
Al diavolo. Mi butto sul letto e mangio biscotti. Mi addormento e rovescio tutto. Dormirò in un mondo di briciole, scomodo e pungente. Dopo qualche ora mosche e formiche banchetteranno fino al sorgere del sole quando mi sveglierò per vivere una nuova giornata.

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