mercoledì 23 gennaio 2008

Nessun prete al funerale

Dare un orale come quello di Analisi con influenza galoppante, ribollente catarro nei polmoni ed orecchie quasi completamente chiuse è un'esperienza. Una di quelle da non rivivere, grazie. Quel che conta è che, anche se mediocremente, ho passato l'esame e me lo sono tolto di mezzo. Non ho fatto la figura che volevo anche perchè ero troppo occupato a concentrarmi per non far uscire muco dalle mie cavità nasali all'impazzata per poter riflettere sui ragionamenti ai quali venivo indotto.

Professore: Mi dia la definizione di insieme compatto.
Injo: No.

Ora ho due settimane prima dei prossimi esami ed ho deciso di prendermi un paio di giorni di puro e totale fancazzismo. Anche per riprendermi un po' dalla malattia prima che questa mi abbatta. I miei al momento non possono sostenere le spese di un funerale degno del mio nome. Vorrei un funerale dove saranno serviti salatini e gamberetti, le donne piangeranno coprendosi il viso mentre i volti tristi degli uomini cercheranno di trattenere le lacrime, a stento. Io riposerò nella camera ardente sotto una bara di vetro per non permettere a nessuno di quei sudici di toccarmi senza che possa reagire con un ceffone. Non voglio tra le scatole alcun prete, sarà un funerale laico. Dopodichè voglio essere bruciato e sparso al vento in modo che possa rimanere per sempre legato a questa terra. Così il cibo che mangierete un domani sarà stato fertilizzato dalle mie ceneri ed io vivrò nuovamente, attraverso di voi, diventerò parte di voi. Per sempre. Sempre.

Bimbo: Mamma, questo pomodoro ha un sapore strano.
Mamma: Cioè?
Bimbo: Sa di rifiuto della società.

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