domenica 27 gennaio 2008

Paranoid Mark

Sono stato gabbato. Avevo visto delle scene con frasi scritte in inglese, avevo sentito a grandi linee la storia e mi ero convinto che Paranoid Park fosse un film. Me tapino. Solo guardandolo, dopo appena dieci minuti ho appreso l'amara verità: è un film francese, ovvero come trasformare un corto sotto i quindici minuti in un lungometraggio da un'ora e mezza a colpi di rallenty, scene ripetute, primi piani ossessivi, intermezzi con immagini di skater scaricati da YouTube.

Trama:

Skater sedicenne affetto da tutti gli stereotipi del mondo (capelli arruffati, taciturno, genitori in via di divorzio, fratello piccolo di cui prendersi cura, amico del cuore skater, ragazza strafiga) va una sera a Paranoid Park, uno skatepark in un brutto quartiere. Conosce un tizio senzatetto e si divertono a saltare su un treno merci in corsa. Strano tipo di divertimento. Fatto sta che una guardia ferroviaria cerca di fermarli, il ragazzetto lo spintona e questo viene tranciato a metà da un treno. Quindi il ragazzo si sconvolge, scappa gettando la tavola da skate nel fiume, la polizia la trova ed interroga tutti gli skater della scuola. Alex (dovrebbe essere il nome del protagonista) lascia la ragazza figa e superficiale ed inizia ad uscire con un'altra cessa e profonda che non si sa da dove è uscita fuori. Questa gli consiglia di sfogare i suoi problemi e le sue angosce scrivendole su un quaderno. Lui lo fa. Poi brucia il quaderno.

Realizzazione:

Ovviamente sarebbe troppo facile se la trama fosse liscia e lineare, non dimentichiamoci che stiamo parlando di un film filofrancese. Il film parte pressochè da metà trama e va all'indietro per proiettarsi verso il finale e tornare indietro rimostrando le stesse scene. Quindi si passa all'inizio. Poi ancora alla parte centrale. Poi alla finale. Poi ancora al centro e finalmente il supplizio ha fine. Fantastiche le scene a scuola dove viene mostrato al rallentatore la passeggiata lungo tutto il corridoio per ogni minimo spostamento di Alex. Fa venir voglia di tornare a scuola pur di metter fine a questa sofferenza. Memorabili anche i minuti di primo piano mentre Alex sta immobile sotto la doccia. Per non parlare degli oltre cinque minuti di primo piano finali dove Alex guarda il suo quaderno che brucia. Per non parlare della fantastica idea di ripetere due volte le stesse scene per aumentare il minutaggio complessivo, geniale. Mi chiedo perchè non facciano tutti così.

Giudizio finale:

Paranoid Park è un film filofrancese. Tra tutti i film filofrancesi (o francesi del tutto) che mi sono sorbito, mai per mio volere, sia chiaro, è tra i peggiori, superato solo da Them, una sorta di thriller di un ora e passa in cui una giovane insegnante scappa all'interno della sua villa imperiale (non oso pensare quanto possa guadagnare una insegnate d'oltralpe) e la telecamera la segue finchè non scappa nei sotterranei e viene uccisa. Così, senza motivo. Finita la visione del film, la mia faccia era scura e deformata. Gli occhi volevano chiudersi, il sonno suscitato dalla visione era immenso, la tristezza senza confine.

Attore: E, ancora una volta, ero solo.
Injo: Accidenti.
Attore: Ero triste.
Injo: Mi dispiace.
Attore: Ero al buio.
Injo: ...
Attore: E, ancora una volta, ero solo.
Injo: Merda, un altro film francese.

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