sabato 10 aprile 2010

Cos'è l'intelligenza

L'intelligenza è una qualità così rara ed agognata che la gente comunque ormai fantastica su di essa con le argomentazioni più disparate ed incredibili. Innanzitutto l'intelligente è uno che gioca a scacchi, risolve all'istante i problemi di matematica, finisce i Sudoku in tempo record e sa fare il cubo di Rubik, tutto questo all'età di undici anni. Ecco, sfatiamo il mito. L'intelligenza non so se è una cosa innata, questo lo lascio decidere a qualche personaggio con una laurea di poco conto tipo la psicologia (se gli rubo anche questa possibilità, cosa rimane loro da fare, poverini?) ma sicuramente è una cosa che viene alimentata. Se Einstein fosse nato nel Congo, difficilmente avrebbe pensato alla teoria della relatività. Se prendiamo tutti i neonati del mondo e li mettiamo davanti ad una scacchiera, più della metà di questi soffocherebbero cercando di mangiare un pedone e i rimanenti soffocherebbero cercando di mangiare l'alfiere. Anche per quanto riguarda la matematica è così. Avevo già parlato da qualche parte di quanto fosse triste che uno scrittore, per far sembrare intelligente il suo personaggio, dovesse fargli trovare una soluzione originale dell'Ultimo Teorema di Fermat, uno dei problemi più incasinati della storia risolto pochi anni fa (mi pare fosse in un libro tipo Uomini che odiano le donne o qualcosa del genere). Il problema è che quest'immagine utopica dell'intelligente richiede l'onniscenza perchè neanche i matematici, quello che lo fanno da tutta la vita, sanno tutto della matematica. È tecnicamente impossibile data la vastità del campo. Così chi vince a scacchi non ha un supercervello, è solo uno che si allena continuamente, gioca milioni di partite ed alla fine riesce a prevedere le mosse dell'avversario e ad evolvere la sua strategia mossa dopo mossa. Chi sa fare il cubo di Rubik è solo uno che sa applicare quel dato algoritmo dopo un'attenta analisi della configurazione iniziale, e magari lo sa fare piuttosto velocemente. E chi fa matematica è uno che studia come chiunque altro e se qualcuno sa risolvere ogni problema di matematica, beh, è uno che mente probabilmente. Ripeto, se Galois fosse nato in Congo, difficilemente avrebbe trovato tempo per la sua teoria delle equazioni. Io studio matematica ed è pieno di idioti nelle aule, magari con un'incidenza diversa da, che ne so, un corso di economia o di scienze politiche, ma ci sono comunque. Per inciso, ecco le reazioni più comuni della gente nel venire a sapere che studio matematica.

1. Eh sì, sei sempre stato bravo.
2. Odio la matematica.
3. Ma dopo che lavoro fai?
4. Ti piace insegnare?
5. Perchè?

E allora cos'è l'intelligenza? È avere pensiero ampio e saper valutare le possibilità, è non ammirare qualcuno perchè è stato rinchiuso in una casa orwelliana, è non lasciarsi abbindolare a chi fa pressione sui più bassi istinti per diventare il tuo rappresentante, è sapersi fare delle domande e sapersi dare delle risposte, è capire che ciò che è non è ciò che deve essere, è riuscire a violare gli schemi della convenzione. Ma principalmente è essere curiosi e mettere in dubbio qualsiasi cosa.

4 commenti:

Folkner ha detto...

Secondo me, le facoltà che rientrano nell’ambito specifico dell’intelligenza sono:

1. Rapidità in ogni attività mentale senza perdite di qualsiasi genere in efficienza o in efficacia dei risultati
2. Versatilità
3. Capacità di attenzione
4. Capacità di “tenere a mente” le cose (grande memoria di breve termine - memoria "di lavoro" -, buon utilizzo della stessa)
5. Capacità di ritenzione delle informazioni
6. Capacità di ricavare la più grande quantità possibile di informazioni corrette da ogni singolo stimolo o insieme di stimoli provenienti dal mondo esterno e/o dalla propria mente, emotività ecc.
7. Capacità di individuare collegamenti e differenze tra le cose aldilà della loro dimensione ontologica e temporale, e di rilevare i contrasti
8. Capacità di richiamo corretto delle informazioni desiderate, e richiamo continuo e corretto delle informazioni correlate alle cose, corredato da un continuo raffronto con le informazioni ottenute recentemente
9. Capacità di utilizzare le proprie informazioni in maniera tale da ricavarne sempre le strategie migliori per il soddisfacimento degli scopi
10. Capacità di inventare correttamente strategie nuove al fine di ottenere le risoluzioni dei problemi o al fine di migliorare il soddisfacimento degli scopi
11. Capacità di creare nuove idee che siano all’effettivo produttive/costruttive/migliorative
12. Capacità di improvvisazione
13. Capacità di ragionare correttamente

Un individuo è più intelligente di un altro se dimostra una maggiore propensione in una o più (meglio se in tutte) di queste abilità. “Versatilità” è un’abilità chiave: ci dice che un individuo è tanto più intelligente quanti più sono gli ambiti in cui riesce ad avere grandi risultati con le altre abilità. Con la parola “migliore” si vuole intendere anche “secondo l’opinione del soggetto che sta esercitando le abilità”, le parole “costruttivo” e “produttivo” si riferiscono ad un punto di vista oggettivo mentre la parola “corretto” si riferisce ad un punto di vista oggettivo e verificabile intersoggettivamente.

Come esempio di “capacità di attenzione” quale io voglio intenderla, vale non solo una cosa banale come il rendersi conto di tutto ciò che si trova nel proprio campo visivo cogliendone i dettagli, ma anche, per esempio, l’avere uno sguardo d’insieme di una data situazione e rendersi conto, magari, che essa si è già presentata o quasi, o il cogliere la stranezza nascosta di una parola o di una frase in un dato contesto e/o in un dato testo.

Proprio in quanto anche la "versatilità" è una cosa che fa parte dell'intelligenza, quest'ultima è più grande se non è limitata solamente all'abilità matematica...

Maurizio Betti ha detto...

splendido post davvero. Complimenti. Avrei da raccontarti molto a proposito delle scene di "intelligenza" quotidiana alla mensa universitaria...

Homunculus ha detto...

Ottima ottima ottima riflessione. Spesso mi rompo i coglioni a parlare con un mio caro amico che si crede sopra chiunque altro solo perchè frequenta fisica. E poi magari rimane di sasso quando qualcun altro conosce la teoria del gatto di Schroedinger e ne sa conversare.

Unknown ha detto...

il libro è "la ragazza che giocava con il fuoco", e in effetti l'ho trovata anch'io una forzatura far scoprire il teorema di Fermat da sola a una ragazza si, ok, intelligente, ma non così tanto da riuscire nell'impresa nel momento in cui si cerca di ammazzare il padre, così, solo per intuizione