lunedì 19 aprile 2010

#3 - Le strade di Dio

Brock Rockford era un dipendente governativo da centomila dollari l'anno con una modella di intimo per moglie, una villetta di proprietà ed uan Porsche color argento. Un giorno ebbe il sospetto che la moglie se la facesse con tutta la squadra locale di football, probabilmente in contemporanea. I suoi sospetti si rafforzarono quando trovò Tom Leone se cavalcava la moglie sull'erba dello stadio. Senza arrabbiarsi troppo Brock pestò Tom così forte da spedirlo all'ospedale. Caso vuole che Tom fosse il figlio di tale Salvatore Leone, capofamiglia di una certa casata mafiosa della zona. Caso vuole che la villetta di proprietà di Brock Rockford prese fuoco quella stessa settimana. Successe per cause naturali, a questa conclusione giunsero le investigazioni del commissario Sam Leone. Per dare un taglio col passato Brock decide di trasferirsi e farsi una nuova vita. Entrò in banca e scoprì che la moglie aveva ritirato tutto il contante possibile, ovvero tutto. Mentre incassava il colpo, all'esterno un negro di origini nigeriane gli stava rubando la macchina. Quella serà Brock Rockford si trovò a contemplare il cielo dalla finestra opaca di un motel da quattro soldi infestato di muffa e strani insetti che non aveva mai visto. “Dio, dammi un segno per il quale dovrei continuare a vivere”, disse, e tutto tacque. Forse Dio aveva da fare, fatto sta che Brock si portò la pistola alla tempia e premette il grilletto. Tutto tacque; la pistola era inceppata. “Un segno di Dio”, si disse Brock, ed allontanò da se la pistola lanciandola sul comò pronto a rincominciare una nuova vita. Nell'urto col comò partì un colpo dalla pistola che colpì Brock nell'occhio destro ed uscì dal retro del cranio schizzando cervello su tutta la parete. Evidentemente Dio aveva davvero da fare. Fatto sta che Brock morì con la certezza che Dio volesse salvarlo e l'impresario delle pompe funebri bestemmio avidamente per rimuovere quel sorriso da idiota compiaciuto pietrificatosi sul suo volto col rigor mortis.

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