sabato 16 gennaio 2010

Il mio inverno

Per essere inverno non fa per niente freddo. Talvolta lo sento nelle ore più buie, all'aurora, ma non è come lo ricordavo negli anni passati. Nonostante abbia nevicato come mai negli ultimi dieci anni, vabbè, non fa freddo. O magari sono io che ho talmente la mente occupata da altre cose che non ci faccio caso. Sarebbe l'ultima cosa rimasta da perdere visto che il senso del tempo, ad esempio, l'ho già perso e il senso dello spazio è svanito da parecchio. Col trasloco sono stato più che nomade nel cercarmi ogni sera un nuovo letto, una nuova stanza, una diversa città. Ma ora, ora che lo spazio se n'è andato anche il tempo mi sta lasciando. I ritmi della veglia si fanno più irregolari di quanto non lo sono mai stato e dormo solo per sentire il calore delle coperte di notte. Sì, nelle notti ancora lo percepisco, il freddo. Ma anche questo non sempre basta, mi trovo a passare settimane a dormire dalle tre alle quattro ore per notte. Non perchè mi piace fare le ore piccole, che fa tanto cool, è così e basta. E non è nemmeno insonnia, quando mi appoggio sul letto mi addormento come una roccia quasi subito, sempre per una questione di ottimizzazione dei tempi, e quando mi sveglio troppo presto le palpebre mi pesano. Ma solo per i primi momenti, poi passa. Il riempisi la testa di cose, giornate tutte uguali, tra quattro mura e trenta pagine mi infuoca gli occhi e mi unge i capelli, mi affatica lo sguardo e non mi viene neanche lo stimolo di cucinare, mangio frutta. Ho smesso anche di comprare le mele che è troppo complesso, devi stare li a lavarle, tagliarle, rosicchiare il torsolo e tutte ste cose, no, punto sulla sostanza, banane, mandarini, roba che si sbuccia anche con una mano sola. Ed abbondante thè, sono diventato un assiduo frequentatore della tazza. Così quando riesco a ritagliarmi qualche istante di libertà prima di accorgermi che sto sprecando tempo quando dovrei fare ben altro, decido di scrivere queste quattro righe, ma è troppo tardi, ho richiamato la mia attenzione su quello che dovrei e non dovrei fare, e così come spesso accade concludo un fiume di parole non rilette e pubblicate che parlano parlano e non dicono niente. E non può essere solo colpa dell'inverno.

Nessun commento: