martedì 25 agosto 2009

Cornflakes lameri


Ah ecco, avevano in sapore strano, questi cornflakes.

venerdì 21 agosto 2009

Formalismo fisico

Tratto da un testo universitario di fisica. Realizzato per studenti di fisica, matematica ed ingegneria, mica di scienze della comunicazione eh.

giovedì 20 agosto 2009

Rovistare

Con la dipartita della mia connessione internet ho trovato decine di frammenti di giornata vuoti da dover riempire in altri modi. Non che io abbia da annoiarmi ultimamente a causa della preparazione dei vari esami, ma comunque i momenti ci sono. Mi sono buttato ordunque sulla lettura terminando tutti i libri che avevo comprato e lasciato a patir la polvere sugli scaffali. È durata poco comunque, i libri sono finiti in fretta. Dopo aver letto veramente tutto il leggibile (sapevate che i biscotti del Mulino Bianco possono contenere residui di noci o altri frutti a guscio?) è tornato il problema dei buchi vuoti. Siccome comprare nuovi libri implicava l'uscire di casa in pieno agosto ho scartato a priori l'idea. Beh, mi sono detto, allora riempiamoli studiando perchè architettare un attentato alla sede centrale della 3 è troppo politicamente scorretto (per la cronaca, i soldi se li sono succhiati avidamente anche questo mese). Fatto sta che dopo un paio di giorni di regime di studio totale mi sono reso conto di quanto sia fallimentare tale sistema. Se ti svegli una mattina consapevole di aver sognato di calcolare la convergenza di una parete rocciosa calcolando la distanza tra due alpinisti che la percorrono a velocità diverse, allora vuol dire che il limite è stato oltrepassato. Quindi Analisi III è stata un momento accantonata ed un bel mattino ho sfidato il grande fuoco per raggiungere la libreria. Dato che mi ci sono trattenuto tutta la mattina (avevano l'aria condizionata) ho avuto modo di notare come anche il mercato del libro sia inondato di cacca. Decine di libri sul 2012 (2012: Tutta la verità!), fotocopie del Codice Da Vinci (Gesù: Tutta la verità!), i libri pro/contro Berlusconi (Berlusconi: Tutta la... no.) e la saga di Twilight ovunque. Che poi, detto tra noi, Twilight non è che sia sta gran storia. Come il Codice Da Vinci non è sto gran libro. Vabbè, poi una mole disumana di libri che ti insegnano a giocare a scacchi o a carte (Rubamazzo: Tutti i segreti dei campioni!), gli album fotografici con le foto degli animali ed altre pubblicazioni dal dubbio target. Poi ci si chiede perchè la gente non va più in libreria. Per trovare libri interessanti mi son dovuto distendere a terra e rovistare sotto ai banconi dove i libri non sono ordinati per autore o per argomento ma in scala cromatica della copertina. Ma ancora non è la fine perchè, rovistando, la roba buona si trova.

mercoledì 19 agosto 2009

Che afa che fa

Mi sono reso conto solo pochi giorni fa che nella mia zona l'esodo estivo non c'è. Oh meglio, c'è, ma al contrario. Ovvero mentre in tutto il resto d'Italia potrei passare l'anno ad aspettare l'estate per vedere la popolazione decimarsi e lasciarmi più aria da respirare, qua la gente non se ne a ma arriva. Comitive di automobili in coda a bloccare le mie strade e ad inquinare la mia aria, corpi sudati ballonzonlanti sul lungomare e gridolini di bambini ovunque. Per cosa poi? Per venire a sdraiarsi per terra nudi mentre il sole li scotta, il sudore li ricopre e la salsedine li fossilizza. Per farsi anche quest'anno il bagno nelle marroni acque della riviera romagnola. L'estate sarebbe il periodo più di merda dell'anno anche senza una moltitudine di sfaccendati pronti ad invadere i miei spazi, figurasi così. La realtà è che la vacanza estiva è per la maggior parte delle persone un lavoro. La vacanza che dovrebbe spezzare il tran-tran è in realtà il tran-tran stesso. Gente che, non si sa come, riesce a prendersi un mese di ferie per stare tutt'agosto steso a farsi appiccicare addosso la sabbia. Come la classica baggianata madre e figli al mare, pater che lavora e li raggiunge al fine settimana perchè se non fai le vacanze non stai bene. Gente che ha la casa fissa al mare o la stanza sempre prenotata allo stesso albergo. Quindici, venti, quarant'anni a fare sempre le solite vacanze, con la stessa gente, nello stesso periodo dell'anno, nello stesso posto. E non stiamo parlando di passare queste vacanze/obbligo in una cascina nel bosco per rifugiarsi dall'afa estiva dove l'essere umano più vicino in grado di scassare i coglioni è a otto chilometri, o viaggiando per qualche paese lontano visitando posti sconosciuti ed interessanti, no. Stiamo parlando di ammassarci sulla sabbia, sudati e mezzi nudi, nelle acque marroni dell'Adriatico. Un mercato della carne a cielo aperto. Gente così incapace di prendere una minima iniziativa per differenziarsi dallo stereotipo del vacanziere che non osa nemmeno andare nella spiaggia libera rinunciando al bagnino. Anche se la libera è più ampia e spaziosa e c'è meno gente. Anche se per pagare le tariffe del bagnino deve ipotecare la casa. Ogni anno. Sono contento che l'umanità sia destinata ad estinguersi. Porco cazzo.

martedì 18 agosto 2009

3mate, le vecchie connessioni son tornate

Quindici anni fa la connessione ad internet diffusa tra la gente era la 56k. Sostanzialmente 56k al secondo, si dice. Oggi, 2009, la Tre propone le sue chiavette con connessione wireless! 56k ogni 6 minuti.

venerdì 14 agosto 2009

Buone nuove #8 - Bondi, James Bondi

Bondi divorzia dalla moglie. E senza neanche le scappatelle con le ragazzine.

Bondi: "I fischi all'anniversario della strage della stazione di Bologna non mi hanno ferito". Pensava fossero i fischi dei treni.

Bondi: "Nella vita come nella politica lo stile è tutto". A breve la nuova collezione autunno-inverno.

Bondi giudica infondate le dichiarazioni di Guzzanti sull'assegnazione di alte cariche in cambio di prestazioni sessuali. Era presente.

Bondi: "La cultura non è un affare di Stato". Lo sospettavamo.

Bondi: "No categorico alla pillola abortiva". Il Papa: "Basta con questo integralismo."

giovedì 13 agosto 2009

Il mio agosto

Quando il mese d'agosto è il mese di massimo lavoro dell'anno e non sei un venditore di condizionatori, un bagnino o un vucumprà deve sorgerti il dubbio che la tua occupazione sia insana. E il dubbio m'è sorto effettivamente ma poi, chissenefrega, la cosa non mi pesa neanche più di tanto. Riempo il tempo. Alla fine sono riuscito a comprare una serie di libri tanto belli che rendono piacevole lo studio anche di aborti come l'analisi degli errori. Ricordo che alle medie non ce la facevo più di studiare e volevo uscirne il prima possibile (non per lavorare, il lavoro non è mai stato e non è tutt'ora tra le mie massime aspirazioni) per smetterla di dover studiare quell'accozzaglia di roba senza capo ne coda. È per questo che ho snobbato il liceo scientifico che fa tanto tendenza: la prospettiva di farmi altri cinque anni di scuola media non mi esaltava affatto. Basta con la promuscuità sessuale e basta con il nozionismo. Ho scelto una scuola tecnica per il semplice fatto che vedere un obiettivo ed un senso generale di continuità delle cose sapevo avrebbe aiutato il mio corpo a prevenire la precoce esplosione del mio encefalo. Alla fine dei cinque anni mi ero rotto i coglioni comunque, detto con un sottile francesismo. Quindi mi sono dato ad un corso di laurea di pura inutilità ma di massimo interesse dal mio punto di vista nella speranza che il mio interesse tardasse il più possibile a scemare. E così è stato fin'ora, speriamo solo che duri. Ho iniziato pure a studiare a casa, cosa che non facevo più da quando terminai di studiare i babilonesi alle elementari. Può essere considerato un passo avanti immagino.

mercoledì 12 agosto 2009

Animali asociali, mali sociali

Basta con la baggianata solita che l'uomo è un animale sociale. Non ne ho mai sentita una più grossa. Il lupo è un animale sociale, ne metti due insieme e formeranno un branco che andrà a caccia di pecore. La pecora è un animale sociale, ne metti due insieme e formeranno in gregge che si farà sbranare dai lupi dopo aver oziato sui prati per mesi. L'elefentante è un animale sociale. Il cane. Il gabbiano. La formica. Il moscerino. Tutti animali sociali. L'uomo no. Avvicinare due uomini non porta mai a niente di buono. Se ne metti insieme due diventeranno amici solo nella speranza che l'altro gli faccia conoscere esemplari femmina con i quali raggiungere velocemente l'atto carnale. Se questa possibilità è esplicitamente possibile, una volta messi insieme ognuno dei due esseri umani inizierà ad escogitare un modo per ammazzare l'altro. Come fa quindi ad essere un animale sociale? Soprattutto quando vedendo che mettendo insieme più uomini assieme quello che nasce è il capitalismo, il PDL e la Lega Calcio. Niente di buono. L'uomo è più come il maiale, piuttosto: finchè c'è da mangiare sono tutti amici (si rotolano nel fango assieme, grugniscono dietro alla scrofa di turno e parlano dell'ultimo scudetto della Juve) ma appena il cibo finisce sopravvive solo quello più veloce a mangiarsi gli altri. No, l'uomo non è un animale sociale. Se proprio si è fortunati, mettendo assieme due uomini ne esce il Gay Pride. Ma in quel caso non si parla più di animale uomo ma di una singolare sua mutazione. In fondo, chi ha mai visto un essere umano con le piume di pavone rosa forsforescente al collo e la pelle dipinta da curiose tinte abbaglianti?

martedì 11 agosto 2009

Tre, a sure island

Quando ebbi l'interessante idea di abbonarmi ad Alice Flat (ormai sembra passato un secolo) i problemi furono una miriade, come tutti quelli che ci provavano in quei tempi. Si era agli inizi, il sistema era ancora bello traballante. Mi son dovuto far inviare tre modem prima di riceverne uno non rotto (tra l'altro me ne hanno mandati tre di tre diverse marche) e anche dopo aver avuto quello funzionante la connessione cadeva continuamente. Dopo aver martoriato il call center ogni giorno ad ogni ora (avevo il 187 come chiamata rapida al tasto 1 nel cellulare) la connessione iniziò a funzionare bene. Certo, una volta ogni bimestre misteriosamente spariva e dovevo reiniziare a chiamare il call center furiosamente.

187: Posso esserle utile?
Injo: La connessione non funziona. Di nuovo.
187: Adesso controllo e sistemiamo al più presto.
Injo: Entro quanti giorni tornerà attiva?
187: Giorni?

L'unico metodo per ricevere assistenza rapida era minacciare di disdire il contratto. A quel punto tutti abbassavano le orecchie, ti facevano parlare col capo che ti supplicava di ripensarci, dai, non disdica l'abbonamento. Il tecnico arrivava in zona in 24 ore lavorative e sistemava quel che c'era da sistemare e veniva personalmente ad avvertirti tenendo il cappello stretto tra le mani e chiamandoti signore per poi congedarsi camminando all'indietro per non dare le spalle. Alla fine il sistema di Alice prese a funzionare e i problemi sparirono improvvisamente. Connessione veloce, efficente, semplice da configurare. Ma siccome è tutto troppo facile ora, dopo il trasloco, mi trovo con la connessione 3. Ora, sappiamo bene che la 3 è abituata ad avere come cliente medio l'adolescente che riesce a sfruttare le promozioni "1000 sms 30 ore" alla settimana lamentandosi pure che gli sms, alla fine, erano pochi. La cosa mi puzzava. E mi puzzava anche per il fatto che la connessione arriva tramite una ben poco affidabile chiavetta infilata in una porta USB. Ho già espresso in precedenti post il mio disappunto su quest'aspetto di falsa mobilità. Beh, sostanzialmente nei primi tempi la connessione si prendeva solo nei punti più improbabili (sulle scale, sul terrazzo, sul water anche se effettivamente questa risultava piuttosto comoda). Poi ha iniziato a funzionare decentemente in tutte le aree della casa racchiuse da non troppi muri (che seccatura abitare in una casa con i muri) ed il mio astio trovò riposo. Fatto sta che è dalla fine di luglio che non funziona più. La chiavetta si connette immediatamente anche nei posti più improbabili per scalarmi i minuti che ho a disposizione ogni mese (l'ultima volta l'ho vista scivolare autonomamente all'interno della porta USB e tentare la connessione. per fortuna non sapeva la password.) ma la connessione non funziona. Il download rate è talmente basso che le statistiche del software della 3 lo arrotonda con 0.00 KB/s (il software è così curato nei minimi dettagli che la grossa icona presente che dovrebbe indirizzarti al sito in realtà apre una pagina inesistente). Ogni tanto ha mistici picchi a 160 KB/s e questo ti permette di caricare la Homepage (Google) e poi muore di nuovo. Il primo tentativo di ricevere supporto è stato andando ad un Centro Tre indicato sul sito ufficile come centro di supporto tecnico certificato.

Injo: Ho un problema con la connessione internet tramite chiavetta 3.
Centro Assistenza: E ma io cosa ci posso fare?
Injo: Aiutarmi a risolvere, ad esempio.
Centro Assistenza: No, no, io non so niente.
Injo: E chi lo deve sapere?
Centro Assistenza: Il mio collega forse sa qualcosa.
Injo: Quando posso trovarlo?
Centro Assistenza: Eh, boh.

Andiamo oltre. Chiamare il 133 è inutile in quanto non permette in nessun modo di parlare con un operatore ("Se vuole scoprire tutte le nostre promozioni, prema 1. Se vuole lasciare elogi al nostri fantastici servizi, prema 2. Se vuole supporto tecnico relativo a malfunzionamenti dei nostri servizi, prema il bottone rosso per terminare la chiamata.") quindi si è optato per l'email il cui invio richiede un tempo dai 25 ai 45 minuti, con questa connessione. La risposta firmata da un fantomatico Riccardo ma che ha tutta l'aria di una risposta automatica mi chiede di elencare una mole di dati incredibile di dati tra cui il gruppo sanguigno del mio nonno paterno ed il colore del cavallo bianco di Napoleone.

Supporto Tecnico: Che browser usa?
Injo: No, non ha capito: non funziona proprio niente.
Supporto Tecnico: Sì, ma che browser usa?
Injo: FireFox.
Supporto Tecnico: ...fairfoche?

Supporto Tecnico: Data e ora del tentativo di connessione fallita?
Injo: Sempre.
Supporto Tecnico: No.

Bene, invece di rispondere con tutti quei dati il tentativo è di inviare una nuova email, cambiando l'oggetto tra quelli preselezionati. Magicamente ottengo una nuova risposta, differente dalla precedente (allora forse Riccardo esiste davvero). Mi viene indicata una email relativa al supporto tecnico per le chiavette internet ed un numero verde, finalmente un numero di telefono con interlocutori umani. Preso dalla foga mi precipito al telefono col cuore in gola, emozionato. Compongo il numero verde e una voce elettronica mi comunica che il numero non esiste o non è attivo. Mi trattengo dal sbattere con tutta la forza che ho in corpo la faccia contro la parete e cerco un contatto tramite la nuova email. Notare la preziosa perla di registrare un servizio via email di supporto tecnico per coloro a cui non funziona la connessione. Geniale, da Nobel. Prevedibilmente nessuno mi caga. Provo stremato a chiamare per un'ultima volta il 133 (la prima chiamata la indirizzo erroenamente al 113, scusate ho sbagliato numero) nella speranza remota di parlare con un operatore che non sia un robot dagli strani accenti pieno di musichette sintetizzate. Niente, non si può. A sto punto credo che anche riuscendo a contattare sta gente otterrei poco aiuto.

CallCenter: Il computer è acceso?
Injo: Sì.
CallCenter: La chiavetta è collegata?
Injo: Sì.
CallCenter: Ha cliccato su connetti?
Injo: Sì.
CallCenter: Allora proprio non lo so, dev'essere un'anomalia...

lunedì 10 agosto 2009

Troppa fisica fa male ai nostri figli

Parlando di eventi aventi un tasso medio noto il mio libro prende in considerazione l'esempio del tasso medio di natalità di un ospedale. Fissa a 14 il tasso medio delle nascite nell'arco di due settimane e poi ci tiene a precisare che questo non è un dato preciso ma semplicemente la media. Infatti, dice, essendo le nascite casuali possono esserci volte in cui le nascite sono 13 oppure sono 15 o ancora 12,7. Ma cosa dovrebbe rappresentare quel 0,7? Il figlio di Gasparri?

giovedì 6 agosto 2009

Buone nuove #7 - Il luglio verde

Lega: esame di dialetto nelle scuole. Leggi ad personam per il figlio di Bossi.

Lega: a Sanremo serate con canzoni in dialetto. Gigi d'Alessio: "Rubano la mia originalità."

Maroni: "Test di salute mentale per chi partecipa alle ronde". E lo dice con quegli occhiali.

Bossi: "Il tricolore non basta più". Da oggi solo CMYK.

Nuova proposta dopo le polemiche: "Non vogliamo una nuova bandiera, basta tagliare via la parte bianca e rossa."

Il governatore della Sicilia Lombardo appoggia la proposta. Bossi ringrazia: "La cosa che apprezzo di più in lui è il cognome."

Nike nega la personalizzazione di scarpe con la scritta Padania libera. Dura la replica del Carroccio: "Questo è razzismo".

Salvini grida slogan contro i napoletani. Neanche fossero dei negri.

Segretaria della Lega arrestata con 8 chili di droga. Ecco com'è stata ideata la strategia politica degli ultimi mesi.

La segretaria Patrignani ha tutte le carte in regola per l'accusa di traffico internazionale di droga. Un nome, un perchè.

domenica 2 agosto 2009

Il sistemone che funziona

Il premio del Superenalotto si aggira sui 100 milioni di euro e noccioline, soldi che neanche esaudendo i miei sogni più estremi riuscirei probabilmente ad esaurire (diventare il Re del Mondo è un sogno estremo?) il che mi ha portato ad elaborare qualche teoria sulla ridistribuzione delle vincite. Soprattutto considerato che nessuno ha bisogno di una tale cifra che ne dicano i calciatori, i parlamentari o i cani di Cinecittà. Ridistribuiamo quindi. Le combinazioni totali del Superenalotto sono 622.614.630 (finalmente il corso di Probabilità e Statistica da i suoi frutti) che arrotondiamo a 622 milioni e che per pigrizia arrotondiamo ulteriormente a 600 milioni. Visto che due giocate costano un euro (tanto i sistemi del cazzo non servono a niente) uno dovrebbe spendere grossomodo 300 milioni di euro per giocare tutte le possibili combinazioni ed esser sicuro di vincere. Certo, la vincita sarebbe un terzo della spesa, ma vuoi mettere la soddisfazione? Per chi non disponesse di 200 milioni di euro da investire nella pura soddisfazione, ecco il mio metodo (un po' comunista forse, non me ne voglia il governo) per vincere un po' tutti. In Italia siamo 60 milioni, extracomunitario più extracomunitario meno e le giocate mediamente stanno sulle 100 mila. Poche. Il mio sistema consiste nell'assicurare la vittoria sicura a livello globale: ad ogni estrazione tutta la popolazione italiana deve giocare 10 combinazioni (per una misera spesa di 5€) diverse da tutte quelle giocate dagli altri (ci mettiamo poi d'accordo, con calma). In questo modo avremmo 600 milioni di giocate differenti, ovvero copriremmo tutte le possibili combinazione ed ogni settimana uno vincerebbe sicuramente il premio grosso (gli altri non mi interessano). Ora, chi intasca il premio grosso si tiene per se una particina, chessò, 5 milioni, ed il resto viene diviso tra altri giocatori (appartenenti a nuclei familiari diversi, non prendiamoci in giro) in spicchi da 3 milioni. Chi vince ha un piccolo bonus di 2 milioni, così, per per mantenere viva la soddisfazione della vittoria. Questo significa che se il montepremi medio si aggira sui 50 milioni avremmo ad ogni settimana 16 persone che ricevono una discreta sommetta. Ovvero come se, a parità di prezzo, ognuno giocasse 160 combinazioni per vincere una bella sommetta invece che 10 combinazioni per vincere tutto il malloppo. Una bella differenza di probabilità, dai. Altre regole: chi riceve il premio una seconda volta, fortunato lui, lo deve ancora dividere ma tra persone diverse. Chi ha già ricevuto una fetta dal premio di un altro non può riceverne una seconda finchè ci sarà qualche nucleo famigliare (e successivamente qualche individuo, terminate le famiglie) a non averla ricevuta. Quindi, se consideriamo 16 persone a settimana vittoriose, sono 16 nuclei familiari. Circa 850 all'anno. La probabilità per una famiglia di beccarsi una bella somma per sistemarsi aumenterebbe terribilmente. I guadagni dei gestori della lotteria sarebbero comunque alti (tutte quelle giocate ogni settimana) ed inoltre potrebbero partecipare al sistema. L'unico sistema che funziona. Se poi si partecipasse anche a tutte le estrazioni infrasettimanali la velocità di propagazione di soddisfazione per famiglie aumenterebbe proporzionalmente. Ma anche con una alla settimana va bene. Qualcuno potrebbe contestare il fatto che non tutti possono permettersi 5€ a settimana. La somma è circa 250€ annui, come raccimolare tale somma? Bene: non pagate il canone Rai, e già 100 e passa euro sono risparmiati. Tanto l'Isola dei Famosi la vince ancora il concorrente con gli attributi più grossi (cambia solo l'entità degli attributi a seconda se il concorrente è uomo o donna), Sanremo cercherà nuovamente di darsi un tono da anni '50 (gli anni '50 del diciottesimo secolo, intendo) e il Tg1 non diventerà un telegiornale. Vi ho svelato tutto, non c'è più il bisogno di pagare il canone. Rimangono da ragranellare 150€ per partecipare al mio sistema globale. Dove trovarli? Come volete. Disdicete l'abbonamento alle partite di calcio Mediaset Premium, disdicete l'abbonamento allo stadio, dateci un taglio con gli alcolici, dateci un taglio con le sigarette, dateci un taglio con caffè e brioche, dateci un taglio con la cocaina, dateci un taglio con le riviste inutili, fate come vi pare, 150€ all'anno si trovano. Aspetto vostre mail per organizzarci sulle combinazioni da giocare.

sabato 1 agosto 2009

Invasione tecnologica

Sono nato vecchio. Non nel senso che ho le rughe, la schiena ritorta e una dannata artite, non sento neanche il bisogno di dirigere i lavori stradali con le mani dietro alla schiena ne di passare alla bocciofila ogni sera. Non vado in Chiesa per incontrare i vecchi amici, non vado al bar della piazza per bestemmiare a voce tonante durante una partita di briscola, non controllo gli annunci mortuari per controllare se c'è il mio nome. No, niente di tutto questo (per ora), è una condizione più psicologica. Come i vecchi ho una mente rigida per taluni argomenti. Ho solo compassione per le capigliature ingellate, i jeans altezza coscia, l'emancipazione sessuale. Non mi fido dei politici, per quanto buoni siano, ma sarei pronto a far entrare in casa l'operaio del gas venuto per un controllo a campione anche se ha una doppietta che gli esce palesemente dalla tasca posteriore. E non mi fido della tecnologia. Questo è il punto fondamentale, la tecnologia. Credo che la conquista e lo sviluppo dell'elettronica sia una grande cosa, capiamoci, ma non gli affiderei troppo la mia vita, no grazie. Non mi sento al sicuro ad affidare la mia vita nelle mani di un nugolo di elettroni che seguono le leggi incoerenti e bizzarre della fisica quantistica. Quindi sì alla tecnologia ma no all'invasione attuale. Non sento il bisogno impellente di avere un computer che gestisce le luci e le serrande della mia casa, non mi fa troppa fatica usare gli interruttori. Non ho bisogno di un orologio collegato via radio agli orologia atomici piazzati qua e là nel mondo per sapere che ora è al centesimo di secondo. Alla fine per me ci sono le 10 e le 10 e mezza, tra i due il vuoto. Non credo che ci sia qualcosa di più affidabile di un filo che prende l'energia e la porta alla lampadina, non sento il bisogno estremo di sensori e centraline. Perchè l'elettrotecnica è più affidabile dell'elettronica, l'elettromeccanica è più affidabile dell'elettrotecnica e la meccanica è più affidabile dell'elettromeccanica. Non capita mai che un sistema meccanico smetta di funzionare all'improvviso senza che si sia rotto niente. Non capita mai che avvengano errori idioti da risolversi col riavviare il sistema, in un sistema meccanico. Non capita mai che, avviato con le medesime condizioni d'inizio, un sistema meccanico dia due risultati diversi. Tutte cose che l'elettronica (e la sua amica informatica) fa. Sempre. E veniamo infine al punto che mi ha portato a scrivere di questo: internet. No, non sento il bisogno di avere una rete globale senza fili, affatto. Certo, in casa può essere comodo averlo per evitare cavi lungo tutto il pavimento, ma non a livello globale. Stanno prendendo piede tutti quest'obrobri di chiavette internet di tutti i gestori telefonici e a me è capitato di possedere quella della 3. Certo, 29€ al mese sono pochi rispetto ai contratti internet/telefonici normali ma sicuro un motivo c'è. Non ti regala niente nessuno a questo mondo. Il motivo è semplice: non funziona. Piove? La linea cade. C'è una tempesta da qualche parte nel raggio di cento chilometri? La linea non funziona. È caldo? Internet non naviga. È umido? Ciao ciao connessione. Sei all'interno di una casa con muro più solidi della cartapesta? Niente ricezione. Ecco svelato il mistero del basso prezzo. Cavo, ecco la risposta. Un cavo che ti entra direttamente nel computer, così voglio vedere dove si disperdono i dati. Nel cavo non piove, non c'è vento, non ci sono muri. Nel cavo tutto funziona senza storie. O almeno, con meno storie.

Nota: Per fare il copia incolla di questo intervento da Notepad al blog ci ho messo quarantacinque minuti ed internet è caduto quattro volte, dopo circa una settimana che non dava segno di vita. Agosto forse intasa le linee, dicono in casa. Però corre voce che i soldi alla fine li vogliono lo stesso. Magari anche al mio conto in banca si intasa la linea e non li pago. In fondo, è agosto.