Immaginate un cavallo. Bello, libero, fiero, nella grande prateria verdeggiante. L'emblema della potenza, un fascio di muscoli in grado di correre rapido sull'erba con la criniera al vento, solo o in mezzo ai suoi simili. Ora pensatelo lì, fermo in mezzo al verde e all'improvviso, umph, uno gli sale sulla schiena. Ma come diavolo gli sarà venuto in mente, al primo? Grazie a questo scellerato il cavallo è diventato un mezzo di trasporto come la bicicletta o la scopa volante delle streghe e noi veniamo costretti ad etichettare come sport manifestazioni clownesce come il polo o l'equitazione. Pensate all'umiliazione di questa creature forte e fiera che si trova uno che gli sale sulla schiena con un cappello da cowboy gridando Hi-Ah! e frustandogli le chiappe con una cinghia di cuoio. Io sarei incazzato. Molto incazzato.
Injo: Ciao cavallo.
Cavallo: Ihhh.
Injo: Come ti senti?
Cavallo: Ho un tremendo mal di schiena.
Injo: È duro il tuo lavoro?
Cavallo: Certo! C'è sempre qualche ragazzina di buona famiglia che mi sale sulla schiena solo perchè il conto in banca del padre gli permette di farlo.
Injo: Capisco.
Cavallo: Per non parlare degli ostacoli che mi fanno saltare o dei carri che mi fanno trainare. Ma dico io, perchè non lo fate da soli?
Injo: Ma in fondo ti vogliono tutti bene, si prendono cura di te.
Cavallo: Cosa? A te piacerebbe mangiare paglia secca tutti i santi giorni?
Injo: Ma...
Cavallo: E ti piacerebbe esser messo nudo in mezzo ad un prato mentre qualcuno ti bagna con la canna di giardinaggio e ti strofina con una spatola?
Injo: No.
Cavallo: Io e gli altri cavalli siamo davvero stanchi.
Injo: Perchè non vi ribellate?
Cavallo: Perche l'umano medio poverino soffre nei nostri confronti, dobbiamo capirlo...
Injo: Perchè?
Cavallo: È l'invidia del pene.
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