giovedì 9 luglio 2009

Equino zio d'estate

Immaginate un cavallo. Bello, libero, fiero, nella grande prateria verdeggiante. L'emblema della potenza, un fascio di muscoli in grado di correre rapido sull'erba con la criniera al vento, solo o in mezzo ai suoi simili. Ora pensatelo lì, fermo in mezzo al verde e all'improvviso, umph, uno gli sale sulla schiena. Ma come diavolo gli sarà venuto in mente, al primo? Grazie a questo scellerato il cavallo è diventato un mezzo di trasporto come la bicicletta o la scopa volante delle streghe e noi veniamo costretti ad etichettare come sport manifestazioni clownesce come il polo o l'equitazione. Pensate all'umiliazione di questa creature forte e fiera che si trova uno che gli sale sulla schiena con un cappello da cowboy gridando Hi-Ah! e frustandogli le chiappe con una cinghia di cuoio. Io sarei incazzato. Molto incazzato.

Injo: Ciao cavallo.
Cavallo: Ihhh.
Injo: Come ti senti?
Cavallo: Ho un tremendo mal di schiena.
Injo: È duro il tuo lavoro?
Cavallo: Certo! C'è sempre qualche ragazzina di buona famiglia che mi sale sulla schiena solo perchè il conto in banca del padre gli permette di farlo.
Injo: Capisco.
Cavallo: Per non parlare degli ostacoli che mi fanno saltare o dei carri che mi fanno trainare. Ma dico io, perchè non lo fate da soli?
Injo: Ma in fondo ti vogliono tutti bene, si prendono cura di te.
Cavallo: Cosa? A te piacerebbe mangiare paglia secca tutti i santi giorni?
Injo: Ma...
Cavallo: E ti piacerebbe esser messo nudo in mezzo ad un prato mentre qualcuno ti bagna con la canna di giardinaggio e ti strofina con una spatola?
Injo: No.
Cavallo: Io e gli altri cavalli siamo davvero stanchi.
Injo: Perchè non vi ribellate?
Cavallo: Perche l'umano medio poverino soffre nei nostri confronti, dobbiamo capirlo...
Injo: Perchè?
Cavallo: È l'invidia del pene.

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