mercoledì 17 febbraio 2010

Quel che saremo

Ieri ho guardato Sanremo. Tutta la serata per intero. Credo sia la prima volta in vita mia. È stato uno spettacolo osceno. La tirano tanto lunga con la scelta del conduttore di Sanremo quando questo, alla fin fine, non serve praticamente a niente: non dialoga, non dice cose interessanti, si limita ad annunciare cosa sta per succedere. La Clerici si è cambiata d'abito non so quante volte, tutti abiti simili e dello stesso colore che, se non lo sottolineava lei ogni volta, era praticamente impossibile distinguere il cambio. Poi le canzoni. Capisco che il target a cui si punta è di dubbio spessore ma così è addirittura troppo. Nino D'Angelo che canta una canzone intitolata Jammo Ja. Sarà che odio con tutto il mio cuore l'accento napoletano e tutto ciò che vi si avvicina, ma mi è sembrato un momento di una bassezza indicibile. Soprattutto considerato che il testo è totalmente in dialetto e Nino D'Angelo non si è neanche sforzato d'impararlo (ha passato tutta l'esibizione con gli occhi fissi sul gobbo, si vedevano gli occhi andare a destra e sinistra leggendo ogni singola parola). Poi Emanuele Filiberto, scusatemi se è poco. Con una canzone intitolata Italia amore mio (ruffianata) mi sono sentito in imbarazzo per lui appena ha iniziato a cantare. Talmente tanto imbarazzo da distogliere lo sguardo. Hanno puntato alla vittoria con un testo così pieno di miele e sono stati eliminati subito. Godo. Alcuni estratti sono di dovere: "Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente ma mai ti sei paragonati a chi ha sofferto veramente" (sì, tranquilli, non vi state sbagliando, è sempre lo stesso che ha chiesto un indennizzo milionario per aver subito l'esilio di suo nonno), "Ricordo quando ero bambino, viaggiavo con la fantasia, chiudevo gli occhi e immaginavo, di stringerla fra le mie braccia." (il soggetto è l'Italia, sì, sognava di stringere l'Italia fra le sue braccia), "Si stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.". Basta è troppo imbarazzante. Proseguendo c'è stata la figlia di Zucchero (la cui canzone era palesemente scritta da Zucchero stesso) che, essendo sconosciuta, è stata affiancata ai Nomadi (che in realtà hanno solo suonato). E infine, da dam, il vincitore di Amici e i partecipanti di X Factor! Finalmente! Come gli interessi bancari (soldi che generano soldi slegati da qualsiasi valore di ricchezza reale, cosa che presto farà finalmente crollare l'attuale sistema economico fiondandoci in un nuovo medioevo) questo sistema di "Talent Show" che scoprono cantanti da mandare in un'altra trasmissione di canzoni è terribile e sporco. Televisione che genera televisione. Neanche fossero così bravi, dopotutto. Insomma, un vecchio evento borghese che andava bene negli anni '50 (con una fantastica lotteria a montepremi fisso e percentuale fissa donata in beneficenza; da una certa soglia in avanti è guadagno puro per chi c'è dietro) ma che dopo sessant'anni non riesce a rinnovarsi. Cioè, ci prova, invita ragazzini incapaci dalle pettinature esilaranti e ha Cassano nel ruolo di una sorta di co-conduttore (sì, quel Cassano) al quale è stata fatta addirittura un'intervista - imbarazzante - di una lunghezza esagerata, ma vuole rimanere solenne e borghese, mix incredibile che trasforma il tutto in una parodia. Compreso l'orrendo tentativo di generare discussione facendo ogni anno partecipare Povia che passa la sua vita a capire qual'è il tema scottante del momento per scriverci una canzone. Quest'anno era Eluana Englaro e l'eutanasia. Perchè non applicare invece l'eutanasia a questo festival obsoleto e finirla prima che sia troppo tardi?

2 commenti:

Infernet89 ha detto...

Cristicchi si salva dai.

JOMO ha detto...

La canzone italiana d'etichetta è abbastanza triste tutta. Però Nino ha accompagnato la mia infanzia, è un grande a priori.

PS:Qual è il meccanismo che ti permette di odiare gli accenti? Ciò dico, si possono odiare le persone, ma gli accenti?