Si deve chiarire il significato di discriminazione. Ormai è diventato inevitabile tale chiarimento per poter tornare a parlare delle cose stando sui fatti, e non sulle vuote parole. Discutere sulla discriminazione è importante, quando la Lega Nord fa parte del governo di maggioranza. Indispensabile forse. Perchè mentre Fini sta diventando ormai comunista, la Lega, per controbilanciare, sta uscendo un po' più allo scoperto. Parallelamente al problema della discriminazione etnico-razziale nasce e cresce quella sessuale. Gli uomini di potere ormai vanno tutti a trans con grande dispiacere delle aspiranti vallette, e i trans sono il male. Anche gli omosessuali sono il male del momento, non a caso sono presenti entrambi gli esemplari nella casa del Grande Fratello. Infinite, vecchio ma sempre fresco, l'argomento della discriminazione della donna. Quindi sì, è necessario un chiarimento. Cosa significa discriminazione? Trattamento di una persona o una categoria in modo non paritario a chi non è quella persona o non appartiene a quella categoria. Quindi potremmo dire che verso Belusconi vi è una discriminazione, visto che vuole essere protetto da immunità totale. Ma no, non si può dire, la discriminazione viene solo intesa in lato negativo, cosa già sbagliata in se. Ma accettiamola, la degradazione dei significati dei termini è ormai irreversibile. Ma qual'è l'origine della discriminazione? La paura (nel caso dello straniero) e la Bibbia (nel caso della donna). Nonostante l'ottimo lavoro della ministra Carfagna, grande professionista, qualsiasi sia il suo compito, la donna sembra ancora in una posizione di svantaggio rispetto all'uomo tanto da richiedere leggi speciali. Come l'obrobrio delle quote rosa. Un piccolo esempio pratico: si devono eleggere due rappresentati e i papabili sono, che so, Einstein, Gandhi, Flavia Vento e la Lecciso. Credo sia palese il danno che provocherebbe l'applicazione delle quote rosa. Far giungere alla parità la donna con leggi speciali è la più grande scemenza populista che possa essere inventata ed entrambi gli schieramenti politici la fanno propria come fosse invece un'innovazione. Senza contare che le leggi speciali per la donna inevitabilmente producono una discriminazione nei confronti dell'uomo. C'è dualità, evidentemente. Lo si vede anche nell'attuale governo; c'è stata una gran pubblicità nel mettere in risalto lo schieramento di donne-ministro presentato ma, andando al concreto, non c'è niente di importante: la Carfagna che è arrivata lassù non si sa come (forse un giorno ha scambiato Berlusconi per Magalli, chi lo sa), la Gelmini che è di facciata per i tagli di Tremonti, la Prestigiacomo che viene assunta successivamente come ministro del Turismo (addirittura), la Meloni al ministero per le politiche giovanili, la Brambilla al ministero per l'ambiente. Tutti posti di grande rilevanza, altro che. Se fossi una donna sarei alquanto incazzata. Il cuore della discriminazione odierna sta proprio in questi falsi provvedimenti che non fanno altro che mettere una toppa per salvare la faccia. La vera discriminazione nasce nella mente, nella società e nella cultura, nessuna quota rosa potrà eliminarla come non potrà farlo nessuna femminista vecchio stampo, nessuna Carfagna, nessuna Mussolini, nessuna Santanchè. Soprattutto quest'ultima, la cui frase preferita è le nostre radici cristiane, dovrebbe smetterla di difendere populisticamente la donna e la sua posizione all'interno della società. Se le sue radici cristiane la portassero a leggere la Bibbia si renderebbe conto di quanto stridono le due posizioni.