martedì 18 maggio 2010

Dalle stelle alle balle

Un tempo l'astrologia era considerata una vera e propria scienza. Non pochi scienzati, per poter finanziare le loro ricerche, quelle vere, si facevano pagare per stilare oroscopi a questo o quel signorotto senza ovviamente crederci. Gli scienziati, quelli veri, in genere non ci credevano ma c'erano comunque convegni, studi, libri interi sulle questioni astrologiche e la superstizione era tale da indurre chiunque a credere a queste baggianate. Poi la popolazione umana si è leggermente evoluta (almeno una parte) e si è resa conto che credere che oggi mi succeda qualcosa perchè un dato corpo celeste era in una data posizione casuale nello spazio (dato che le costellazioni hanno senso solo se viste dalla Terra) era un'idea totalmente idiota. Molti si vergognarono perchè, effettivamente, ce ne si poteva accorgere anche prima che la cosa era una cazzata, bastava fermarsi un attimo, sedersi, scrivere tutto su carta e poi leggere. In questo modo ci si sarebbe resi conto immediatamente dell'insensatezza dell'astrologia. Scrivere e rileggere è il metodo migliore per capire se una cosa sta in piedi o meno. Quindi l'astrologia è stata giustamente declassata da scienza fino a raggiungere l'ultima pagina dei quotidiani e le televisioni locali con l'899. Ora pensate alla prima parte di questa questione: non notate una squisita analogia con l'economia? Io lo spero tanto, soprattutto per quanto riguarda l'epilogo.

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