domenica 18 maggio 2008

Folle psicologia della folla

Ma no, dai, a che mi serve l'ombrello, sono solo un po' di nuvole. Ma no, dai, a che mi serve il giacchetto, è caldo. Mi sono affidato a queste frasi e alla mia buona stella e non sono tornato a casa a prendere gli oggetti del dubbio prima di andare a fare provviste di tipo alimentare. Ma la mia buona stella deve essere evidentemente una stella cadente in quanto ho solo avuto il tempo di nominare il nome di Dio (nemmeno tanto invano) prima di essere travolto da tanta acqua come se tutti gli angeli del cielo avessero tirato lo sciacquone contemporaneamente. Al momento dell'inizio della pioggia sono riuscito a fare qualche passo indietro per rifugiarmi sotto i portici. Mentre guardavo un vecchio barbuto tutto agitato che raccoglieva coppie di animali dotto la pioggia mi sono fermato ad osservare cos'aveva causato il mio fermarmi sotto i portici. Ebbene si, l'idea doveva essere buona perchè appena mi sono messo al coperto un manipolo di persone si è radunato, imitandomi. Respirando l'aria umida si sentiva quel che di apocalittico, persone che non c'entrano niente l'una con le altre tutte radunate da un comune problema e costrette alla convivenza in un piccolo luogo. E' questo malcomune ad incentivare i rapporti sociali, psicologia delle masse. Quindi, non appena la pioggia si è diradata, mi sono tirato la maglia (di lana) sui capelli e guardando l'arca scendere per la strada principale sono scappato. Non sia mai che qualcuno attacchi bottone.

Nessun commento: