giovedì 22 gennaio 2009

Termodinamica applicata

La termodinamica è una di quelle cose per la quale i fisici vanno fieri, una delle poche teorie che fin dalla loro formulazione non sono mai state confutate e, a detta degli addetti ai lavori, mai potranno esserlo (che poi è la stessa cosa che si pensava della teoria della Terra piatta, prima che si scoprisse che invece il nostro pianeta è un grosso mandarino). Bene. Parlandone con qualcuno che mantengo anonimo per motivi di segretezza (dico solo che il suo blog è qui a fianco) è uscito questo fantastico esercizio:

Indica chi ha maggiore entropia fra: un mucchio di mattoni e la casa costruita con quei mattoni, due uova e due omelette.
(Diciamo solo che, in soldoni, l'entropia misura il grado di disordine del sistema, tanto per parlarci chiaro.)

Ok, la metafora dei mattoni ci può stare; lavori e trasformi i mattoni in una casa mentre spontaneamente la casa crolla (anche se in genere no) e torna un mucchio di mattoni. La metafora delle uova invece mi ha scosso alquanto per il fatto che non riesco ad immaginare la cottura spontanea di uova che diventano omelette. Anche perchè sarebbe un casino pretendere che del prosciutto migri spontaneamente al suo interno. Viceversa, non riesco ad accettare che mentre sono lì a mangiarmi una omelette questa mi si trasforma spontaneamente in un uovo. No, non è accettabile.

Sono stato quindi travolto da un irrefrenabile impulso scientifico ed ho voluto testare assolutamente questo fenomeno. Ho comprato due uova. Dopo averle osservate per mezza giornata erano ancora uova. Quindi ho deciso di iniziare a sperimentare variazioni di coordinate termodinamiche. Il primo uovo che da ora chiameremo Esperimento A l'ho messo al caldo per verificare se effettivamente aumentandone la temperatura questa sarebbe diventata una omelette. Per dare una spintarella alla fisica gli ho messo vicino qualche fetta di prosciutto. Il secondo uovo, che ora chiameremo Esperimento B, è stato invece oggetto di aumento di pressione. Messi in moto questi esperimenti li ho lasciati decantare qualche ora. Al momento dell'analisi dei risultati ho trovato mutazioni sia nell'Esperimento A, diventato un pulcino che beccava il mio prosciutto, che nell'Esperimento B, schiacciato e spalmato sul tavolo. Due conseguenze incredibili ma nessuna omelette in vista. Nonostante ciò il livello di entropia (disordine) nella mia cucina è aumentato. Si può considerare un buon risultato scientifico in grado di dare uno scossone alle convinzioni dei fisici? Lo sapremo quando riceverò una risposta dal CNR al quale ho illustrato i miei risultati.

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