martedì 3 agosto 2010

Il mio fremito di farfalla

Prima che nel parco di fronte a casa mia mettessero le altalene, prima che mettessero i cestini e le panchine, prima che mettessero la staccionata e prima che mettessero le porte da calcetto, ovvero quando il parco in questione era solo un appezzamento di terra brulla, in un plumbeo dì di settembre tiravo pallonate da solo contro il muro di un cabinotto del gas. Non sono mai stato un granchè a giocare con la palla ma neanche il muro era un granchè. Fatto sta che all'improvviso mi si avvicina un altro bambino. Dato che al tempo non provavo ancora l'attuale repulsione per il genere umano si risolse tutto con un "giochiamo assieme?" "sì" e via dicendo. Insieme abbiamo poi conosciuto un bel po' di gente che abitava nei paraggi creando una di quelle comunità bambinesche tutte al maschile del tipo I ragazzi della Via Paal o Stand by me. Quelle cose del tipo "entriamo in questa casa abbandonata pericolante da circa vent'anni?" "sì", cose che a ripensarci oggi mi vengono i brividi. E così, da un incontro casuale è nata l'amicizia che ha cambiato la mia vita fino ai quattordici anni circa. Poi io ho scelto una scuola lontanissima da casa verso nord, lui una lontanissima verso sud, ci siamo persi di vista, il gruppo s'è smembrato, il parco s'è trasformato in un giardinetto con l'obbligo di buttare le cartacce nel cestino, sono sorti condomini in ogni metro libero, io ho cambiato casa, ho messo su un bel po' di chili sul davanti e le cose sono sfumate, vabbè. Ma è tremendo pensare come quel semplice ed innocente incontro randomizzato abbia modificato praticamente ogni singolo giorno del successivo lustro e oltre. Era questo il bello di quell'età: anche se ero timidissimo ci voleva poco per tirar su un'amicizia o anche solo un passatempo per tirar due calci a un pallone. Invece adesso è tutto più complesso perchè l'ingenutà originale è andata perduta e dietro a questo o quell'atteggiamento noto questo o quel pensiero, questo o quel comportamento, sono diventato discriminatorio nei confronti di certi modi di pensare ed odio a fondo certe cose, tanto da pensare veramente talvolta di passare alla violenza. La violenza indotta da scene viste in televisione, dall'arroganza della gente che si trova in giro per le strade, dall'arrivismo e dalla maleducazione. E allora mi vien da pensare: quella volta m'è andata bene. Ma se la prossima farfalla provocasse un uragano?

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